IV centenario della morte

17 settembre 2021

Un corpus di 2.600 lettere nell’archivio
della Gregoriana

«Bellarmino insegna con grande chiarezza e con l’esempio della propria vita che non può esserci vera riforma della Chiesa se prima non c’è la nostra personale riforma e la conversione del nostro cuore». Le parole che Benedetto xvi riservò al grande cardinale gesuita nell’udienza del 23 febbraio 2011 riecheggiano insistentemente in ciò che Papa Francesco ripete essere il cuore di ogni riforma. Avvicinarsi a san Roberto Bellarmino — della chiesa romana ad esso dedicata è stato titolare il cardinale Bergoglio — significa allora conoscere non solo un santo della Compagnia di Gesù, ma scrutare la complessità che accompagna ogni riforma curiale ed ecclesiale nei mutati frangenti storici, guidata però dal medesimo riferimento evangelico.

Le celebrazioni per il iv centenario anniversario della morte del santo (1621-2021) si apriranno venerdì 17 settembre presso la chiesa di Sant’Ignazio in Campo Marzio, dove riposa il corpo del dottore della Chiesa. La celebrazione eucaristica viene presieduta dal padre gesuita Nuno da Silva Gonçalves, rettore della Pontificia università Gregoriana, erede e continuatrice del Collegio romano del quale Bellarmino fu professore e rettore.

Bellarmino non è solamente il patrono della Gregoriana. Nel suo archivio storico è conservato il corpus delle sue 2.600 lettere, oggi digitalizzate con il progetto “Monumenta Bellarmini” sulla piattaforma GATE (gate.unigre.it). Il progetto di raccolta della documentazione epistolare successiva alla nomina a cardinale del Bellarmino (1599), conservata in biblioteche e archivi italiani e stranieri, era iniziata con il gesuita Xavier-Marie Le Bachelet (1855-1925). In seguito il gesuita Sebastiaan Peter Cornelis Tromp (1889-1975) la integrò con nuovi documenti, mentre in un’ultima fase vi lavorarono anche altri gesuiti tra cui Miquel Battlori, Joseph Grisar, Vincenzo Monachino e Gustavo Galeota, i quali conclusero il progetto di raccolta ma non di edizione. Edizione che viene oggi portata a compimento e resa a disposizione degli studiosi grazie all’impegno dell’attuale direttore dell’archivio storico, Martín Maria Morales. (paolo pegoraro)