Le parole di don Peter Bešenyei

Una pastorale di condivisione

15 settembre 2021

È stato don Peter Bešenyei — direttore del Centro diocesano per la missione dei rom a Košice e segretario del Consiglio della Conferenza episcopale slovacca per i rom e le minoranze — a presentare al Papa l’attività pastorale in prima linea, forte della sua esperienza di 30 anni tra i rom, otto dei quali vissuti proprio nel quartiere Luník ix .

Questo servizio spirituale, ha raccontato, «viene offerto soltanto dal 1989, cioè dopo il crollo del regime comunista in Europa orientale. In diverse località sono stati creati alcuni centri pastorali. Le prime ispirazioni siamo andati a cercarle all’estero, in Polonia, in Ungheria e anche in Italia. Però abbiamo attinto anche dalla risolutezza di alcuni nostri sacerdoti, i quali, durante il regime totalitario, coraggiosamente hanno rischiato e sono andati alle periferie verso i poveri».

«La nostra missione salesiana è iniziata in questo luogo nel 2008» ha continuato, riferendo che «dopo aver abitato per un anno in un condominio, ci siamo spostati nella nuova casa. Passo dopo passo si è costruita la chiesa di Cristo Risorto e l’oratorio. Negli anni siamo stati aiutati dai volontari laici e anche dai consacrati, come accade anche in altri villaggi rom nella Slovacchia. Sono persone generose e altruiste, spesso disprezzate e incomprese, alcune volte pure rifiutate. Svolgono vari compiti: insegnanti, catechisti, assistenti sociali e sanitari. Un grande grazie per il loro tempo, la loro carità e il loro altruismo».

«Diversi rom, dopo aver conosciuto e accolto Gesù Cristo — ha proseguito — hanno deciso di vivere una vita nuova. La Chiesa cattolica si impegna molto per i rom, anche se da parte dello Stato questo impegno della Chiesa viene trascurato e non apprezzato».

Il sacerdote ha auspicato che proprio la presenza del Papa «in questo luogo contribuisca a che tutti raggiungiamo una più grande unità nonostante la diversità e camminiamo sulla strada verso una convivenza più pacifica, attraverso la stima vicendevole, la riconciliazione e il perdono».