09 settembre 2021
Il Paolo Sorrentino che non ti aspetti, capace di mettere da parte l’esuberante visionaria autorialità diventata il suo tratto caratteristico, per uno sguardo più intimo. È stata la mano di Dio, l’ultimo suo film, presentato in concorso alla mostra del cinema di Venezia, sorprende, dunque, piacevolmente, perché mostra un lato inedito del regista napoletano, che mette da parte la finzione per piegarsi al reale, ritenuto questa volta degno di essere mostrato, senza stravolgimenti. E forse non poteva essere diversamente, visto che quella che sceglie di raccontare è una storia personale, un passaggio fondamentale della sua vita.
Così, in un intreccio di realtà e fantasia, Sorrentino torna indietro nel tempo, nella Napoli degli anni Ottanta travolta dalla favola calcistica legata all’arrivo di ...
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