L’allarme dell’Onu

Terribile carestia nel Tigray

A woman stands with an umbrella next to sacks of rice during a food distribution for internally ...
03 settembre 2021

Addis Abeba, 3. La situazione umanitaria nel nord dell’Etiopia, in particolare nello Stato del Tigray, «è destinata a peggiorare drammaticamente, con conseguenze letali». Questo l’ultimo disperato allarme lanciato ieri dalle Nazioni Unite per mobilitare la comunità internazionale e trovare una soluzione alle conseguenze del terribile conflitto civile che attanaglia il Paese.

L’Onu punta il dito contro «il blocco degli aiuti» causato dai combattimenti. Secondo gli esperti del Palazzo di Vetro, nel Tigray dallo scoppio della guerra civile, iniziata il 4 novembre 2020, ci sono 400 mila persone in condizioni di carestia. «Scorte di aiuti di emergenza, contanti e carburante stanno finendo o sono completamente esauriti. Le scorte di cibo sono finite dal 20 agosto» ha spiegato in un comunicato Grant Leaity, vice coordinatore umanitario dell’Onu per l’Etiopia. «La regione rimane di fatto sotto un blocco umanitario di aiuti», ha aggiunto, specificando che dal 22 agosto nessun camion può entrare nel Tigray. Per questo il funzionario Onu ha chiesto al governo del primo ministro, Abiy Ahmed, di allentare le restrizioni e permettere la circolazione degli aiuti. Leaity ha inoltre affermato che l’allarme riguarda anche le regioni di Afar e Amhara, vicine al Tigray, dove 1,7 milioni di persone soffrono la fame.

Sempre sul fronte umanitario, gli Usa hanno denunciato che le forze dei ribelli del Tigray hanno saccheggiato i magazzini di Usaid, agenzia umanitaria del governo degli Stati Uniti, nella confinante regione degli Amhara.

Sul piano politico, è da segnalare che è previsto l’annuncio del nuovo governo nazionale il 4 ottobre. Lo ha annunciato ieri lo speaker della Camera dei rappresentanti del popolo etiope, Tagesse Chafo, in attesa del voto in alcune circoscrizioni che non sono riuscite a votare a causa della violenza nel territorio. Nelle elezioni dello scorso giugno era risultato vincitore il Partito della prosperità (Pp) del premier Ahmed.