Dopo l’udienza del Papa all’International Catholic Legislators Network

Quali sfide per i leader politici cristiani

 Quali sfide per i leader politici cristiani  QUO-198
02 settembre 2021

«La povertà, la disuguaglianza sociale, l’estesa disoccupazione e le mancanze di accesso all’educazione» sono le questioni all’ordine del giorno nell’agenda dei politici e dei legislatori cristiani, con la convinzione che «da una crisi non si esce uguali: usciremo migliori o peggiori; da una crisi non si esce da soli: usciremo insieme o non potremo uscirne». Sono le indicazioni proposte da Papa Francesco, lo scorso 27 agosto, ai partecipanti al 12° incontro annuale dell’International Catholic Legislators Network, svoltosi a Frascati dal 26 al 29 agosto.

È stato il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, a presentare al Papa il gruppo. Era presente anche Ignatius Aphrem ii , patriarca della Chiesa siro-ortodossa. «Durante gli ultimi 18 mesi in cui il mondo ha sofferto così profondamente a causa della pandemia da coronavirus, la rete Icln è cresciuta molto più insieme e le nuove sfide hanno portato a nuove modalità di cooperazione» ha detto il porporato al Papa. «Anche organizzare questo incontro annuale — ha riconosciuto — è stata una grande sfida nelle circostanze attuali, ma abbiamo sentito che proprio a causa della situazione in cui si trova il mondo, l’incontro dei leader politici ed ecclesiali cristiani ora è più importante che mai».

Il cardinale ha quindi lasciato al presidente dell’Icln, Christiaan Alting von Geusau, il compito di illustrate al Pontefice gli obiettivi dell’incontro che ha visto, appunto, riuniti a Frascati «legislatori, leader ecclesiali ed esperti di politica di tutto il mondo» per pregare insieme, costruire amicizie e discutere di un tema «che ha suscitato grande preoccupazione in molti di noi: “Scienza, tecnologia e futuro della libertà e democrazia: tracciare la nostra visione di dove vivere in dignità e libertà”».

Gli ultimi tempi — ha spiegato Alting von Geusau al Papa — ci hanno mostrato in modo nuovo e pressante i notevoli progressi e le possibilità della scienza e della tecnologia e ne siamo profondamente grati. In molti modi ha salvato l’umanità da un disastro molto più grande». Ma, ha proseguito il presidente, «vediamo, anche negli ultimi decenni, che l’uomo, incoraggiato da questi importanti sviluppi, lotta sempre con la grande tentazione che deriva da questi progressi, e questa è una mancanza di umiltà di fronte a Dio nostro Creatore». Un atteggiamento, questo, che «si può chiamare arroganza scientifica e assolutismo tecnologico. La salvezza appartiene ancora al nostro Dio, e non solo ai nostri disegni umani». E così, «ad esempio, nonostante i numerosi vantaggi degli incontri online — ha rilevato — la sofferenza più grande causata dalla nostra attuale crisi è stata la paura endemica, la solitudine e la povertà, che hanno portato anche a un massiccio aumento dei suicidi tra i giovani che sono rimasti isolati».

«Allo stesso tempo — ha fatto notare Alting von Geusau — le nostre straordinarie scoperte mediche hanno portato molti miglioramenti e hanno anche salvato innumerevoli vite in tutto il mondo, ma il controllo completo di questo o altri agenti patogeni pericolosi si è dimostrato ancora una volta impossibile». Insomma, ha concluso, l’impegno per i politici e i legislatori cristiani è suscitare «nuove intuizioni su come un’umanità sofferente può essere aiutata meglio da leader cristiani che camminano con Dio».

Ai protagonisti dell’International Catholic Legislators Network il Papa ha ricordato che, proprio come politici, sono «preposti a servire il bene comune» affrontando «le cause profonde che la crisi ha rivelato e amplificato».

«Nella nostra epoca — è la linea suggerita dal Pontefice per l’incontro dell’Icln — una delle maggiori sfide è l’amministrazione della tecnologia per il bene comune. Le meraviglie della scienza e della tecnologia moderna hanno aumentato la nostra qualità di vita». Ma, «abbandonate a loro stesse e alle sole forze del mercato, senza gli opportuni orientamenti impressi dalle assemblee legislative e delle altre pubbliche autorità guidate dal senso di responsabilità sociale, queste innovazioni possono minacciare la dignità dell’essere umano».

«Non si tratta di frenare il progresso tecnologico», ha avvertito Francesco, ma di riconoscere che «gli strumenti della politica permettono ai parlamentari di proteggere la dignità umana quando essa viene minacciata». Come per «la piaga della pornografia minorile, lo sfruttamento dei dati personali, gli attacchi alle infrastrutture critiche come gli ospedali, le falsità diffuse tramite i social e così via».

Il Pontefice ha, dunque, sollecitato «una seria e approfondita riflessione morale sui rischi e le opportunità insiti nel progresso scientifico e tecnologico», in modo che «la legislazione e le norme internazionali che li regolano possano concentrarsi sulla promozione dello sviluppo umano integrale e della pace, piuttosto che sul progresso fine a sé stesso».