Biden difende il ritiro delle truppe statunitensi mentre l’Ue è impegnata nel trovare una soluzione alla questione migratoria

Quel che resta dell’Afghanistan

A Taliban fighter (C) walks past shoppers along Mandawi market in Kabul on September 1, 2021 a day ...
01 settembre 2021

A conclusione della missione militare ventennale in Afghanistan, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha difeso la scelta di abbandonare il Paese. Lo ha fatto con un discorso alla nazione dalla Casa Bianca, affermando che si è trattato della «decisione più saggia e più giusta per l’America». Una operazione di sgombero che ha riportato a casa almeno 4.500 statunitensi.

«Mi assumo tutte le responsabilità. La scelta era andare via seguendo gli accordi fatti dal mio predecessore o un’escalation militare inviando altre migliaia di soldati. E mi sono rifiutato di aprire un altro decennio di guerra», ha precisato il presidente Biden.

Il ritiro statunitense apre, però, la strada alla delicata questione delle migliaia persone in fuga dall’Afghanistan. L’Europa in queste ore sta affrontando ai massimi livelli ministeriali la vicenda di chi ha abbandonato, o starebbe abbandonando il Paese dopo la presa del potere a Kabul da parte dei talebani, per evitare di doversi trovare in una emergenza simile a quella del 2015. Sei anni fa, infatti, l’Unione europea bloccò la cosiddetta “rotta balcanica”, finanziando la Turchia perché non lasciasse più passare i migranti provenienti dalla martoriata Siria.

In una nota da Bruxelles, l’Ue si è detta determinata ad agire congiuntamente per prevenire il ripetersi di incontrollati movimenti migratori illegali su larga scala affrontati in passato.

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