Ore disperate a Kabul

A U.S. Marine assists at an Evacuation Control Check Point (ECC) during an evacuation at Hamid ...
28 agosto 2021

Sono ore disperate quelle che stanno vivendo migliaia di afghani stretti nella morsa della violenza e del terrore. L’attentato del sedicente stato islamico (Is) all’aeroporto di Kabul e la rappresaglia Usa hanno riportato il Paese indietro di oltre vent’anni, ai momenti peggiori della sua storia recente. In centinaia sono assembrati da giorni di fronte ai cancelli dello scalo internazionale della capitale alla ricerca — ormai quasi disperata dopo la decisione dei talebani di chiudere l’accesso ai cittadini afghani — di raggiungere un aereo e fuggire.

Gli Stati Uniti continuano le evacuazioni, mentre gli altri Paesi, l’uno dopo l’altro, hanno praticamente tutti chiuso i voli. Resta lo spartiacque del 31 agosto indicato dal presidente Biden che, ancora oggi, ha confermato come le evacuazioni statunitensi andranno avanti come previsto fino all’ultimo.

Ma a Kabul rimangono le folle in attesa. Molti sono in piedi, con i bagagli, accanto agli autobus. Difficilmente riusciranno a raggiungere i cancelli dell’aeroporto e ancora più difficilmente a varcarli. Per loro e per tutti gli altri afghani che vorranno lasciare il Paese resta solo la possibilità di riuscire a varcare i confini terresti. Soprattutto quello con il Pakistan, dove si stanno recando a migliaia.

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