Un libro di Nicola Longo

L’Urbe e il suo “populusque”

 L’Urbe e il suo “populusque”  QUO-194
28 agosto 2021
«Su una terrazza… un giovane in maniche di camicia faceva esercizi ginnastici… Su un’altra un bambino lanciava la palla contro un muro; e una donna saliva, con dei panni lavati, una scaletta». In questa aerea inquadratura realizzata da Carlo Levi nel 1945 da una finestra spalancata su piazza del Gesù, e registrata nel suo libro L’orologio, è mostrato il movimento di una piccolissima rappresentanza di quel romano “populusque” — «vale a dire un popolo diverso da tutti gli altri, proprio per quel suffisso… che è il suo titolo di nobiltà» — in compagnia del quale lo scrittore torinese visse per trent’anni. Il rapporto fra Carlo Levi, la Città Eterna e la sua gente è finemente sondato da Nicola Longo nel suo libro Roma negli scrittori italiani. Da Dante a Palazzeschi, ...

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