Lettera del cardinale Grech alle comunità monastiche in vista della prossima assemblea generale ordinaria

«Custodite la comunione e pregate per il Sinodo»

28 agosto 2021

Ascolto, conversione, comunione. Ma soprattutto preghiera, perché il Sinodo porti «i frutti sperati». Con una lunga lettera inviata nei cinque continenti, il cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei vescovi, coinvolge monaci e contemplativi di tutto il mondo nella preparazione al processo sinodale sul tema della sinodalità che sarà avviato il prossimo ottobre nelle Chiese locali e culminerà con la grande assise dei vescovi in Vaticano nel 2023.

Sulla scia del mandato del Papa a «camminare insieme», avviando un processo che coinvolga «tutti i livelli della vita della Chiesa», Grech chiama alla partecipazione «a questo passaggio così decisivo per la Chiesa nel nostro tempo» anche quei fratelli e sorelle che magari non potranno presenziare ai diversi eventi che scandiranno il cammino sinodale, ma che potranno comunque partecipare tramite preghiera e ascolto.

Proprio «ascolto», insieme a «conversione» e «comunione», è una delle tre parole chiave che il porporato indica nella missiva come «realtà fondamentali per il processo sinodale» delle quali monaci e contemplativi sono testimoni e custodi.

«Ascolto», perché — come affermava Papa Francesco — «una Chiesa sinodale è una Chiesa in ascolto, nella consapevolezza che ascoltare “è più che sentire”». Grech ricorda, a tal proposito, l’invito di Benedetto, padre del monachesimo occidentale, nella sua Regola: «Ascolta, figlio!». Esso «permea tutta la vita monastica»: ascolto, non solo della Parola di Dio ma anche dei fratelli e delle sorelle nella comunità e degli uomini e delle donne del nostro tempo. «La vostra vita è una palestra di ascolto», sottolinea il cardinale: l’assiduità delle Scritture «educa anche a un ascolto profondo di se stessi, degli altri, di Dio», ma anche la stessa ospitalità, così comune nelle comunità monastiche e contemplative, «è un’esperienza di accoglienza e di ascolto».

Il segretario del Sinodo parla poi di «conversione»: «Un vero cammino sinodale non può prescindere dalla disponibilità a lasciarci convertire dall’ascolto della Parola e dall’azione dello Spirito Santo nella nostra vita». Monaci e contemplativi sono «esperti di uno stato di conversione sia negli aspetti positivi, che nelle difficoltà che non devono scoraggiare, ma vanno vissute in un vero spirito di fede e di speranza», scrive il cardinale. «Nella vostra esperienza di vita comunitaria, nella quale la sinodalità dovrebbe essere elemento fondamentale, voi conoscete bene non solamente la “bellezza” del camminare insieme, ma anche le inevitabili difficoltà e le possibili ferite». «Tutta la vita cristiana, per essere autentica ha bisogno di rimanere aperta al cammino di conversione a Dio e alla sua Parola», rimarca ancora Grech. «Anche dal punto di vista puramente umano — scrive — sappiamo che il vero ascolto richiede anche una conversione reciproca, che porti a lasciare le nostre sicurezze, per addentrarci nel terreno non facile ma indispensabile del dialogo».

La terza parola è poi «comunione». «La vostra vita è testimonianza anche di questo: la meta dell’ascolto e della conversione è la comunione. Nelle vostre comunità sapete bene che la comunione è anche il criterio ultimo di discernimento e di verifica del cammino sino-dale», sottolinea il cardinale Grech. «È la comunione ecclesiale il sigillo del discernimento e la verifica del cammino sinodale. Voi — dice a monaci e contemplativi —, con la vostra vita comunitaria, testimoniate la veridicità di questa affermazione». Infatti, «nella vita comunitaria, propria della vita religiosa, sperimentate quanto la comunione, che non coincide con l’uniformità, sia effettivamente il criterio di verifica di un autentico cammino condiviso in una prospettiva di fede».

A conclusione della lettera, il segretario del Sinodo rivela il vero motivo che anima il suo scritto, e cioè una richiesta di preghiera universale in prossimità dell’apertura del processo sinodale ad ottobre. «Il Santo Padre Francesco spesso ripete: “Pregate per me!”. Io oggi vi chiedo, facendomi interprete anche del senso che il Papa vuole dare al percorso sinodale: “Pregate per il Sinodo!”. Se il percorso sinodale non sarà prima di tutto un cammino ecclesiale di amore, nel Padre per Cristo, nello Spirito, certamente non potrà portare i frutti sperati».

Il cardinale ricorda il Salmo 134, in cui il salmista invitava leviti e sacerdoti del tempio di Gerusalemme a benedire il Signore «giorno e notte» e ad «alzare le loro mani nella preghiera incessante». «Ci sono persone che, scelte all’interno del popolo, hanno il compito di non far mai mancare, giorno e notte, il ministero della preghiera e della lode nel tempio del Signore». Ecco, gli appartenenti alla vita monastica e contemplativa, mentre si svolgerà questo percorso triennale, scandito da incontri, assemblee, dialoghi, siano per tutti «come i leviti e i sacerdoti del Salmo, ministri della preghiera che ricordano a tutti nella lode e nella intercessione che senza la comunione con Dio non può esserci comunione tra di noi».

«In questo passaggio del processo sinodale non vi chiedo di pregare al posto degli altri fratelli e sorelle, ma di tenere desta per tutti l’attenzione alla dimensione spirituale del cammino che stiamo intraprendendo, per saper scorgere l’azione di Dio nella vita della Chiesa universale e delle singole Chiese particolari», esorta Grech. E conclude con l’invito a essere, in questo tempo preparatorio, «custodi per tutti del polmone della preghiera».

di Salvatore Cernuzio