
25 agosto 2021
Se uno dovesse chiedersi se Charlie Watts era il simbolo di quegli anni veloci, aggressivi, urlati, melodizzati e distorti, sorridenti e pieni di lacrime per il passato, e anche per il futuro durante la guerra fredda, si troverebbe di fronte alla sfinge di Edipo e al suo enigma: la prima risposta potrebbe essere apparentemente – e superficialmente – un no: il compianto batterista dei Rolling Stones, scomparso ieri a ottanta anni (nei Sessanta sarebbe stato impossibile pensare ad un batterista rock-blues come futuro ottantenne) era l’altra faccia della formazione inglese, sempre compassato, serio, sposo fedele per tutta la vita, dal 1964 con l’artista Shirley Ann Shepherd, lontano mille e più anni luce dalla trasgressività radicale del frontman Mick Jagger e degli altri, non solo Rolling.
Quella faccia da duro, silenzioso, ...
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