Il tempo stringe e la preoccupazione aumenta. Il 31 agosto, giorno in cui i soldati statunitensi lasceranno l’aeroporto di Kabul e quindi data ultima per l’evacuazione delle migliaia di afghani che si trovano nello scalo, si avvicina inesorabilmente. Il ponte aereo nelle ultime ore si è intensificato, ma quasi sicuramente non sarà sufficiente a portare in salvo tutte le persone che si trovano all’interno dello scalo e che si affollano a ridosso dei cancelli in condizioni sempre più difficili. Da quando i talebani hanno occupato la città, l’aeroporto è infatti diventato il luogo della speranza per gli afghani che vogliono lasciare il Paese. Ma la situazione è sempre più tesa e difficile in quella terra di nessuno diventata il confine tra la paura e la salvezza.
Il presidente statunitense Biden non aveva escluso un prolungamento della missione, viste le pressioni di alcuni governi occidentali, a partire da quello britannico. Ma i talebani hanno avvertito che qualsiasi estensione sarebbe stata vista come una «estensione dell’occupazione» e che pertanto la data del 31 agosto era da considerare una «linea rossa» varcata la quale «ci sarebbero conseguenze». E stamane proprio il ministro della Difesa britannico, Ben Wallace, ha ammesso che un prolungamento è «improbabile», anche se si continuerà a provare. Sperando che dal g 7 giunga qualche buona notizia su questo fronte.