Bailamme

Uomini siate, non distruttori

Afghan people climb atop a plane as they wait at the Kabul airport in Kabul on August 16, 2021, ...
20 agosto 2021

M’amour m’amour / cos’è che amo e dove sei? / Ho perso il mio centro / a combattere il mondo. / I sogni cozzano/ e si frantumano — / e che ho cercato di costruire un paradiso terrestre. / Ho provato a scrivere il Paradiso, / Non ti muovere,  lascia parlare il vento / così è il Paradiso, / Lascia che gli dei perdonino / quello che ho costruito, / Chi ho amato cerchi di perdonare / quello che ho costruito, / uomini siate non distruttori.

Questi versi di cristallo e cemento sono di Ezra Pound. Assieme ad altri frammenti, costituiscono un’ideale conclusione di quel capolavoro eterno che sono i suoi Cantos.

Uomini siate, non distruttori.

Di fronte alla storia che si ripete, ai corpi che piovono dal cielo, vent’anni fa dalle Torri gemelle, oggi da un aereo cui ci si è aggrappati come unica speranza di sopravvivenza, queste parole urlano nel petto, chiedono di percorrere il pianeta intero come tuono di Dio.

Ho provato a scrivere il paradiso. Ma la storia è un sicario che non sbaglia mai il colpo. L’Afghanistan è il trionfo di chi ha perso il suo centro, e distrugge, combatte il mondo, invece di costruire quel paradiso incredibilmente possibile.

Quelli che ci hanno amato, in quelle terre dove il conflitto è perenne, cerchino di perdonarci. Per tutte le parole tronfie, le promesse di democrazia, la libertà che fischia nell’aria come sibilo di bomba.

Perdonateci per avervi fatto credere in una fratellanza possibile, oltre le culture e le latitudini, perché il sangue è uno come il sorriso di chi ancora bambino non capisce.

Scappiamo dai nostri disastri, senza sapere nulla di quello che abbiamo fatto. Sappiamo solo l’inferno che dal nostro cuore tracima nel mondo. La nostra sete maligna, come la storia, infallibile.

Il potere al posto del paradiso.

L’interesse particolare mascherato da civiltà.

Uomini siate, non distruttori.

In tutte quelle terre dove non sorge mai alba di pace.

di Daniele Mencarelli