Videomessaggio al congresso della vita religiosa dell’America latina e dei Caraibi

La fede deve entrare nella cultura e nell’anima del popolo

 La fede deve entrare nella cultura e nell’anima del popolo  QUO-184
17 agosto 2021

Pubblichiamo in una traduzione italiana il testo del videomessaggio che Francesco ha inviato ai partecipanti al congresso virtuale della vita religiosa dell’America latina e dei Caraibi convocato dal 13 al 15 agosto dalla Confederazione latinoamericana dei religiosi (Clar) sul tema: «Verso una vita religiosa intercongregazionale, interculturale e itinerante». Il messaggio papale è stato trasmesso nella giornata inaugurale, in apertura dei lavori.

Cari fratelli e sorelle:

Un saluto a voi che state partecipando a questo Congresso Virtuale Continentale della Vita Religiosa, convocato dalla Clar , sul tema: «Verso una vita religiosa intercongregazionale, interculturale e itinerante».

Grazie per questa partecipazione. Vi ricordo quanto sia importante per la vita consacrata la sfida che ci pone l’inculturazione della fede. Quanto bene ci può fare scoprire che l’unità non è uniformità, ma armonia pluriforme (cfr. Esortazione Apostolica Evangelii gaudium, 220), e non dimentichiamo che è lo Spirito Santo che crea l’armonia. Un’armonia pluriforme per assumere le differenze, valorizzare le particolarità, in uno spirito di sana e aperta interculturalità.

La vostra presenza è necessaria affinché possa esserci e svilupparsi, naturalmente, una teologia inculturata, che si adatti alla realtà locale e che sia veicolo di evangelizzazione. Non dimentichiamo che una fede che non è inculturata non è autentica. Perciò vi invito ad entrare in quello che ci darà questa realtà, che ci darà il vero significato di una cultura che è nell’anima dei popoli. Entrate nella vita del popolo fedele, entrate con rispetto per i suoi costumi, le sue tradizioni, cercando di portare avanti la missione di inculturare la fede ed evangelizzare la cultura. È un binomio, inculturare la fede ed evangelizzare la cultura. Valorizzando ciò che lo Spirito Santo ha seminato nei popoli, che è anche un dono per noi (Ibid 246).

Quando questa inculturazione non avviene, la vita cristiana, e ancor più la vita consacrata, finisce nelle posizioni gnostiche più aberranti e ridicole. Lo abbiamo visto, per esempio, nel cattivo uso della liturgia. Ciò che conta è l’ideologia e non la realtà delle persone, e questo non è il Vangelo. Non si dimentichi il binomio: inculturare la fede ed evangelizzare la cultura.

La vita consacrata è esperta in comunione; la vita consacrata è itinerante, è promotrice di fraternità. Tuttavia, nel nostro tempo deve affrontare la tentazione della “sopravvivenza”. Quante volte si fa il calcolo di quanti religiosi o quante religiose ha la propria congregazione, o delle curve di diminuzione. Quella della sopravvivenza è una tentazione. È bene rinunciare al criterio dei numeri, al criterio dell’efficienza, che potrebbe trasformarvi in discepoli timorosi, chiusi nel passato e abbandonati alla nostalgia. Questa nostalgia che è in fondo il canto delle sirene della vita religiosa.

Di fronte a ciò, la strategia e la decisione più sagge sarebbero quelle di cogliere l’opportunità di percorrere con il Signore le vie della speranza, riconoscendo che il frutto è sotto la guida esclusiva dello Spirito Santo.

Allora, cosa dobbiamo fare? Entrare nel santo popolo fedele di Dio, rispettare il santo popolo fedele di Dio, evangelizzare, testimoniare, e lasciare il resto allo Spirito Santo.

Per aiutarvi a raggiungere l’obiettivo che vi siete prefissi, vorrei ricordarvi che la gioia, l’espressione più alta della vita in Cristo, è la migliore testimonianza che possiamo offrire al santo popolo fedele di Dio, che siamo chiamati a servire e ad accompagnare nel suo pellegrinaggio verso l’incontro con il Padre.

Gioia, gioia in molteplici forme. Pace, gioia, senso dell’umorismo. Per favore, chiedete questa grazia. Nell’esortazione sulla santità ho voluto mettere appunto un capitolo sul senso dell’umorismo. È così triste vedere uomini e donne consacrati che non hanno senso dell’umorismo, che prendono tutto sul serio. Per favore. Stare con Gesù è essere gioiosi, è anche avere la capacità di questo senso dell’umorismo che dà la santità. Leggete questo piccolo capitolo della mia esortazione sulla santità.

Vi auguro una buona riunione virtuale. Che Dio vi benedica e che lo Spirito Santo vi conceda la luce della sua grazia affinché possiate essere sempre uomini e donne di incontro, di fraternità. Che la Santa Vergine vegli su di voi. Ella conosce l’incontro, la fraternità, la pazienza, l’inculturazione. Lei sa tutto questo. Che possa vegliare su di voi. E bene, come sempre, ora... a voi! Non dimenticate di pregare per me, ne ho molto bisogno. Buona riunione.