Il convitato di carbone al G20 di Napoli

(FILES) This file photo taken on November 19, 2015 shows smoke belching from a coal-fueled power ...
23 luglio 2021

Il vertice sul clima delle venti maggiori economie del pianeta, il G20, ha prodotto un primo corposo ed ambiziosissimo documento sugli impegni comuni irrinunciabili. A scorrere la carta di Napoli nulla è stato dimenticato. E, del resto, la febbre da mutamento climatico è talmente concreta che nulla poteva esserlo.

Le catastrofi climatiche, rispetto al passato, sono sempre più visibilmente collegate da un filo rosso. Non sembra un caso che l’acqua devasti l’Europa e, quasi simultaneamente, la Cina dove in queste ore un altro fiume, straripando, ha aggiunto sfollati a sfollati, morti a morti, danni a danni. Il passo accelerato del mutamento sta percorrendo anche parte degli Stati Uniti, colpiti da una siccità senza precedenti e da incendi a stento contenibili.

Nulla, si diceva dunque, è stato dimenticato dagli sherpa delle delegazioni presenti a Napoli. La carta sul clima va dall’impegno al riciclo totale dei rifiuti, il ripristino della biodiversità, la cura dei territori malati, l’accesso all’acqua potabile per tutti e strutture sanitarie adeguate. La carta degli impegni arriva a sfociare, quindi, anche nella necessità di una società equa per avere un clima in equilibrio. Non è l’orizzonte che manca nell’attenta analisi delle urgenze frutto dei lavori di Napoli.

Il convitato ingombrante, però, non è quello di pietra, in questo caso, ma quello di carbone. A poche ore dal comunicato ufficiale della prima giornata di lavori, la seconda si è inceppata, appunto, sul carbone. Energia fossile ed inquinante, da bandire. Ma ancora troppo al cuore del sistema produttivo perché molte economia decidano di farne a meno dall’oggi al domani. Quando gli sherpa sono arrivati al capitolo «decarbonizzazione» la scrittura di gruppo si è arrestata. Al momento in cui scriviamo la situazione è giudicata «ad uno stallo». Motivo per cui, alla ripresa dei lavori, la palla passerà dagli sherpa ai ministri in persona. Dare un seguito al capitolo «decarbonizzazione» non sarà agevole.

di Chiara Graziani