Unesco e Facebook uniti contro il negazionismo

La verità sulla Shoah in dodici lingue

17 luglio 2021

La verità storica sulla Shoah tradotta in dodici lingue per contrastare narrazioni antisemite, insidiose e ad alto rischio che sempre più spesso viaggiano in rete e sui social. L’iniziativa è dell’Unesco che ha siglato un accordo con Facebook. Da luglio Fb collegherà gli utenti di Internet al sito web di AboutHolocaust.org, una risorsa completa sviluppata dal Wjc (World Jewish Congress) in collaborazione con l’Unesco, che fornisce informazioni essenziali sulla storia della Shoah.

L’iniziativa, partita a gennaio scorso solo in inglese, è ora disponibile in dodici lingue in tutto il mondo ed è nata per contrastare la disinformazione su una pagina dolorosa della storia dell’uomo. Sempre più spesso, ad esempio su Twitter, ma anche su altri social network, ci si può imbattere nell’hashtag #HitlerWasRight (“Hitler aveva ragione”), chiara prova del fatto che, su scala globale, alcuni continuano a considerare il genocidio di oltre 6 milioni di ebrei da parte del regime nazista tedesco come un atto giustificabile. E simili narrazioni antisemite, secondo un recente studio dell’Institute Strategic Dialogue che ha registrato l’hashtag #Holohoax, che nega la verità storica della Shoah, su 36 gruppi Facebook con oltre 360.000 follower, oltre a riferimenti su Reddit, Twitter e YouTube, si stanno rapidamente diffondendo.

Oggi, secondo quanto riferisce l’Unesco, i social network pullulano di affermazioni che negano, distorcono o glorificano l’Olocausto, come quelle che confrontano le restrizioni sanitarie legate alla pandemia di covid-19 con la persecuzione degli ebrei sotto il regime nazista, o come la rinnovata proliferazione dell’hashtag #Hitler durante il recente conflitto tra Israele e Palestina. Spesso, queste affermazioni copiano e si basano su stereotipi e narrazioni antisemita profondamente radicati, sfruttando i social network e la rete come terreno fertile per seminare nuovi odi, basati sull’ignoranza e sulla deliberata disinformazione.

«Per affrontare questa allarmante deriva e fornire accesso a informazioni accurate e fattuali sull’Olocausto — sottolinea l’Unesco — i social network dovrebbero intraprendere azioni concrete, anche modificando i loro termini di servizio e le loro politiche». Ne è un esempio l’accordo Unesco-Facebook che riconoscendo il ruolo globale cruciale e la responsabilità dei social network nell’era digitale rimanda a AboutHolocaust.org per contrastare l’ascesa della negazione e della distorsione dell’Olocausto fornendo risposte semplici a domande come «Cos’è l’Olocausto?», «In che modo i nazisti hanno sfruttato le loro vittime ebraiche?» o «Gli ebrei erano le uniche vittime della persecuzione nazista?». «Conoscere la storia della Shoah è di importanza globale per contrastare l’antisemitismo oggi e prevenire il genocidio e i crimini di atrocità in futuro» sostiene l’Unesco.

«È essenziale che le persone di tutto il mondo abbiano accesso a informazioni accurate su questo periodo storico — ha dichiarato la direttrice generale dell’Unesco, Audrey Azoulay — La negazione e la distorsione sono forme di antisemitismo contemporaneo, contro le quali tutti dobbiamo assumere una posizione attiva».

«Nel contesto dell’ascesa globale della disinformazione le piattaforme di social media hanno tutte un ruolo da svolgere nella lotta contro le storie false e l’odio e nel reindirizzare gli utenti a fonti di informazione affidabili» ha concluso la responsabile dell’Unesco, organizzazione che è anche partner della campagna sui social media #ProtégeonsLesFaits, lanciata nel gennaio 2021 con l’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto, l’Onu e la Commissione Ue, per sensibilizzare l’opinione pubblica su questi temi cruciali.

di Anna Lisa Antonucci