Un webinar organizzato dalla Missione permanente della Santa Sede presso Fao, Ifad e Wfp

Per un lavoro agricolo fondato sul rispetto
della persona umana

Braccianti al lavoro nei campi.  Il problema  del caporalato  è  una delle questioni affrontate  nel webinar
13 luglio 2021

«Mai come in questo tempo sentiamo la necessità di lavoratori, soprattutto di lavoratori giovani, che sappiano, alla luce del Vangelo, dare un’anima all’economia, perché siamo consapevoli che “ai problemi sociali si risponde con reti comunitarie” (Laudato si’, 219)». Con queste parole, ispirate all’insegnamento di Papa Francesco, Fernando Chica Arellano, l’Osservatore permanente della Santa Sede presso la Fao, l’Ifad e il Wfp, ha concluso il webinar tenutosi lo scorso 8 luglio dal titolo “Lavoro dignitoso e agricoltura: affinché nessuno resti indietro”. L’evento, al quale hanno partecipato importanti relatrici e relatori, è stato organizzato dalla Missione permanente della Santa Sede presso la Fao, l’Ifad e il Wfp e da ong di ispirazione cattolica.

Il tema del lavoro dignitoso è al centro dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite che punta a sviluppare un modello economico più inclusivo ed equilibrato. Il “cuore” della proposta dell’Onu è che il pieno raggiungimento dello sviluppo sostenibile debba essere accompagnato da crescita economica, giustizia sociale e prospettive occupazionali. La Chiesa ha particolarmente a cuore questa tematica e ne ha fatto un argomento centrale della sua dottrina sociale.

Nelle sue conclusioni Chica Arellano ha sottolineato in particolare alcuni temi emersi nel corso del webinar, come «le piaghe del lavoro grigio e nero, della deregolamentazione sfrenata, dello sfruttamento sessuale, della violenza, emarginazione, discriminazione, e della mancanza di sistemi di protezione personale, con annesse precarietà di vita e scarse condizioni igienico-sanitarie». In particolare, «la drammatica condizione dei braccianti agricoli — spesso intrappolati nella rete del caporalato — accomuna le economie di tante aree del pianeta, incluse quelle più sviluppate». Su tutti questi temi — ha ricordato ancora Chica Arellano nelle conclusioni — «il 2021 è decisivo per il Decennio di Azione verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sdg) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite che è appunto caratterizzato da vertici ed eventi ad alto livello in cui, sotto la guida di Papa Francesco, la diplomazia vaticana connetterà le sfide del lavoro dignitoso con quelle della sicurezza alimentare e la nutrizione che, come pure ricordato dal segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, a loro volta sono strettamente legate agli impatti del cambiamento climatico, alla conservazione delle risorse naturali, agli ecosistemi ed alla necessità di garantire sistemi alimentari equi e sostenibili».

Con riferimento al settore dell’agricoltura, per la Santa Sede l’obiettivo primario deve essere quello di tutelare la dignità e i diritti dei lavoratori. D’altronde Papa Francesco, sin dall’inizio del Suo Pontificato, ha attribuito alla parola “dignità” un profondo significato nella sua azione dottrinale e pastorale sul tema del lavoro. Promuovere la dignità dei lavoratori agricoli significa anche supportare una filiera agroalimentare equa, soprattutto per i piccoli produttori, generare il benessere nelle comunità locali e promuovere la coesione sociale. «Mettendo insieme tutti i tasselli del mosaico — ha spiegato Chica Arellano — con riferimento al settore dell’agricoltura, la Santa Sede è convinta della necessità di adottare una cultura del lavoro agricolo che abbia i suoi fondamenti nella centralità della persona umana».

Un’ispirazione, questa, condivisa anche da Federica Cerulli Irelli, rappresentante dell’Ifad. «Dalla sua fondazione ad oggi — ha sottolineato Cerulli Irelli nel suo intervento — l’Ifad ha investito 22 miliardi e quattrocento milioni di dollari e mobilizzato 30 miliardi in cofinanziamenti, offrendo servizi finanziari, di mercato, di assistenza tecnica, e formazione a circa 512 milioni di persone povere nelle zone rurali e marginali del mondo e promuovendo economie rurali inclusive, diversificate e produttive in grado di creare opportunità di lavoro dignitoso per tutti e garantire redditi più elevati». Attualmente «il portafoglio attivo dell’Ifad è di 8 miliardi e mezzo investiti in 230 progetti in 98 paesi in via di sviluppo. Il 75% di questi progetti prevede lo sviluppo di filiere agroalimentari inclusive, eque e sostenibili. Con questo investimento l’Ifad permette ogni anno a 20 milioni di piccoli produttori rurali di aumentare il proprio reddito del 20%, a 16 milioni di aumentare la propria produttività, a 9 milioni di essere più resilienti in particolare al cambiamento climatico, e a 17 milioni di avere un migliorare accesso ai mercati. La nostra ambizione è di raddoppiare questi numeri entro il 2030. Un ringraziamento speciale va alla Santa Sede per aver sostenuto questa ambizione con un primo contributo alle risorse regolari del Fondo per il ciclo di investimenti 2022-2024».

Sulla questione del caporalato in Italia si è invece concentrato Onofrio Rota, segretario Generale Fai Cisl. «Secondo le stime ministeriali — ha detto — il lavoro irregolare in agricoltura, cui è associato spesso il caporalato, si attesta su un valore di circa il 18,4%, quindi superiore al tasso medio di irregolarità del 15,5% riferito al totale dei settori economici nazionali». In base alle indagini svolte «abbiamo appurato che solitamente chi è sfruttato dai caporali lavora 10-12 ore al giorno, con paghe tra i 2 e i 4 euro l’ora». Il fenomeno «è difficile da estirpare perché spesso ci sono dietro vere e proprie organizzazioni criminali che offrono alle imprese un servizio totale “chiavi in mano”: il trasporto dei braccianti, gli alloggi, le paghe, i turni, i pasti. I caporali pensano a tutto, naturalmente con i metodi del ricatto, del sopruso, della violenza». Per combattere tutto questo, «serve una visione globale, visto che la finanza e i poteri economici hanno innalzato muri tra i popoli e le persone, riacceso competizioni e conflitti anacronistici, indebolito la politica e il senso della storia».