Mentre continua cure e riabilitazione al Gemelli

Il Papa prega
per i malati allettati

The statue of Pope Jean-Paul II (1920-2005) is seen outside the Policlinico A. Gemelli Hospital ...
13 luglio 2021

Papa Francesco rivolge un pensiero particolare a quegli ammalati — «fra i tanti incontrati in questi giorni» — che «allettati, non possono tornare a casa» e li esorta ad affrontare il tempo della degenza «come un’opportunità, anche se vissuta nel dolore, per aprirsi con tenerezza al fratello o alla sorella malati nel letto accanto, con cui si condivide la medesima umana fragilità». Lo ha reso noto stamane, martedì 13 luglio, il direttore della Sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, nella dichiarazione quotidiana sulle condizioni di salute del Pontefice, ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma dallo scorso 4 luglio, quando è stato sottoposto a un’operazione chirurgica al colon. In proposito Bruni fa sapere che «il Santo Padre continua le cure previste e la riabilitazione, che gli permetterà quanto prima il ritorno in Vaticano».

E mentre la struttura ospedaliera romana dell’Università cattolica del Sacro cuore ottiene la certificazione da parte della Joint Commission International per qualità e sicurezza, primo Academic Hospital italiano a ricevere il prestigioso accreditamento, continuano a giungere da ogni parte del mondo testimonianze di affetto nei confronti del Papa.

L’arcivescovo Romulo G. Valles, presidente della Conferenza episcopale delle Filippine, il 6 luglio aveva inviato un messaggio in cui rimarcava come l’«amato popolo filippino» si unisse «nello spirito di profonda fiducia nel Signore e di comunione e affetto duraturi» a Sua Santità, mentre «percorre la strada della piena guarigione dal recente intervento chirurgico». I filippini traggono «forza e ispirazione» dal Pontefice, «la cui sofferenza è stata occasione di solidarietà con chi è nel dolore, abbandonato, ignorato e nell'angoscia», proseguiva il presule, sottolineando come tale vicinanza possa essere «un balsamo prezioso che dà sostegno e consolazione ai malati nella loro sofferenza», secondo quanto scritto dallo stesso Pontefice nel messaggio per la xxiv Giornata mondiale del malato. Il testo si concludeva con l’assicurazione delle umili preghiere della gente filippina e l’affidamento del vescovo di Roma «al materno abbraccio della Vergine Maria».

L’indomani, 7 luglio, il presidente di Malta, George Vella, dichiarava di aver «appreso con grande preoccupazione dell’intervento chirurgico» subìto da Papa Bergoglio, rivolgendo «i migliori auguri» di «pronta guarigione» e pregando affinché egli possa «tornare a godere di piena salute il prima possibile».

Il capo dello Stato aveva poi sottolineato che «il popolo di Malta si unisce» a lui «nell’estendere a Sua Santità sentimenti genuini di affettuosa solidarietà e profonda devozione, durante questi momenti difficili». Del resto, confidava, «ci siamo tutti uniti nella preghiera all’Onnipotente», affinché siano completamente ripristinati la salute e il benessere del Pontefice.

«Così come Sua Santità ha espresso parole di amore e benedizione per il Popolo coreano, anche io prego sempre per la sua salute», aveva fatto sapere — nello stesso giorno — il presidente della Repubblica di Corea, Moon Jae-in. «Con tutto il mio cuore prego che Ella possa guarire presto, affinché le persone possano vedere il suo volto risanato, pieno di misericordia», aveva spiegato. Considerando «motivo di onore» la nomina pontificia del vescovo coreano Lazzaro You Heung-sik, avvenuta a giugno scorso, come prefetto della Congregazione per il clero, il capo dello Stato auspicava che «il presule contribuisca al servizio della Santa Sede e alla promozione della pace nel mondo». E dicendosi grato per le «costanti preghiere per la pacificazione della Penisola Coreana» da parte di Papa Francesco, concludeva formulando voti affinché il Pontefice «si conservi in buona salute».