Allarme di cinque agenzie dell’Onu

Il covid affama il mondo

Jeniffer Faria, a member of the Institute doAcao, delivers food and bread to homeless people, which ...
13 luglio 2021

Il covid 19 affama il mondo accelerando ingiustizie globali. La pandemia, dice un rapporto congiunto di cinque agenzie dell’Onu, ha fatto fare uno scatto in avanti alla diffusione della fame dall’Asia all’Africa all’America Latina, rendendola fenomeno globale e prima sfida alla stabilità mondiale.

Almeno il 10% degli abitanti del pianeta non ha il cibo quotidiano. La pandemia — e, avverte il rapporto, il bilancio non è completo — è costata in un anno almeno 118 milioni di affamati gravi in più rispetto alle previsioni. Il totale delle persone private totalmente del diritto a nutrirsi è di 768 milioni: il 10 per cento esatto degli abitanti globali. Come se, su cento persone in una stanza, dieci morissero lentamente per privazioni.

La comunità internazionale s’era data l’obiettivo “fame zero” entro il 2030. Già difficile da raggiungere prima della pandemia, è realisticamente irraggiungibile con cifre del genere. E, soprattutto, con un trend del genere. La fotografia, infatti, non è completa, manca parte dell’ultimo periodo della pandemia. E non c’è da dubitare che l’abbrivio preso dal “contagio” della fame, sulle ali di quello del covid, non farà che accelerare per inerzia e forza di gravità. A meno che alla pandemia non vengano date le risposte globali necessarie ad una crisi globale, di sistema. Un sistema che — avverte sempre il rapporto sullo stato della sicurezza alimentare nel mondo — paradossalmente è cresciuto a dismisura negli ultimi cinquant’anni proprio nella capacità di produrre, processare, confezionare e distribuire cibo.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha detto che in un pianeta che produce il 300% in più di cibo di quanto non facesse nel 1965 (ndr e che ne spreca almeno un quarto) non si può ammettere lo scandalo della fame. Fame severa e senza scampo, come nel caso del 10% degli uomini, o “solo” fame nemica quotidiana che va sotto la categoria asettica di ”insicurezza alimentare”. In questa seconda voce, appena un gradino più su del fondo, rientrano almeno 2,3 miliardi di persone. Più o meno il 30% degli abitanti della Terra.

Fra i grandi affamati, l’Asia ca è prima nella corsa del contagio della fame. Su 768 milioni di denutriti gravi, 418 milioni vivono lì. L’Africa segue con 282 milioni, e poi l’America Latina con 60. Altri 8 milioni sono distribuiti nel resto del mondo più ricco dove la fame grave non è sistemica ma esiste.

I segnali di allarme dal sistema globale si moltiplicano. Dal mutamento climatico, alla fame, alle guerre, la corsa degli eventi minaccia tutti. Guterres ha annunciato che a settembre convocherà un summit sul sistema globale del cibo. «In un mondo di abbondanza — ha detto — la morte per fame è inaccettabile». E, comunque, dà continua esca ai conflitti, alle guerre, alle migrazioni. Un’autostrada per le pandemie.

di Chiara Graziani