Catturati 17 dei 28 elementi del commando che ha ucciso il presidente Moïse

L’allarme dell’Unicef
su una possibile escalation
di violenze ad Haiti

TOPSHOT - People cheer as a police car drives past at the Petionville Police station where armed ...
09 luglio 2021

All’indomani dell’uccisione del presidente della Repubblica di Haiti, Jovenel Moïse, l’Unicef ha espresso profonda preoccupazione per le ripercussioni umanitarie delle violenze in corso nell’isola caraibica. Secondo gli osservatori politici l’uccisione di Moïse potrebbe dar vita a una nuova ondata di scontri e violenze che andrebbe a ripercuotersi e ad aggravare ulteriormente il bisogno di assistenza e ostacolare l’accesso degli aiuti umanitari ai gruppi più vulnerabili della popolazione.

Dall’inizio di giugno, inoltre, sono scoppiati nuovi scontri tra gang armate rivali in alcune aree urbane della capitale Port-au-Prince, centinaia di case sono state incendiate o danneggiate. Più di 15.000 donne e bambini sono stati costretti a fuggire dalle loro case a causa di atti di violenza a Port-au-Prince e dintorni, di cui l’80% è avvenuto solo nelle ultime quattro settimane. La già grave emergenza umanitaria si è ancor più deteriorata in questo primo semestre del 2021. Più di 1,5 milioni di persone ad Haiti, tra cui oltre 700.000 bambini, hanno attualmente bisogno di assistenza umanitaria urgente. La malnutrizione acuta tra i bambini sotto i cinque anni è aumentata del 61% nell’ultimo anno. Secondo le stime della valutazione dei bisogni umanitari, nel 2021, circa 217.000 bambini haitiani potrebbero soffrire di malnutrizione acuta rispetto ai 134.000 bambini del 2020.

In questa situazione poi va registrato un deciso aumento dei casi di covid-19 e la mancanza totale di vaccini. Dal 29 giugno, infatti sono stati più di 18.500 i contagi confermati e 425 le vittime, con un tasso di letalità superiore al 2,3 per cento. Le principali strutture sanitarie anti-covid sono sature e c’è carenza di ossigeno.

La vita dei bambini ad Haiti, dunque, è sempre più minacciata dall’effetto combinato della pandemia, della violenza crescente, della mancanza di accesso ai servizi di nutrizione preventiva e di acqua pulita e delle condizioni meteorologiche estreme, come gli uragani.

Proseguono intanto le indagini per catturare i responsabili dell’assassinio del presidente Moïse. «È stato un commando di 28 attentatori, a compiere l’operazione per assassinare il presidente», ha detto ieri Léon Charles, direttore generale della polizia haitiana, durante una conferenza stampa, specificando che 17 sono stati arrestati — due americani e 15 colombiani — tre colombiani uccisi e altri 8 sono ancora latitanti.