Il Vangelo in tasca

Stop all’attivismo
fine a se stesso

 Stop  all’attivismo fine a se stesso  QUO-152
08 luglio 2021

Nel mese di luglio, in coincidenza con la sospensione delle udienze del Pontefice, non viene pubblicato l’inserto del giovedì dedicato alla “settimana di Papa Francesco”. La rubrica “Il Vangelo in tasca”, con i commenti alle letture domenicali curati dal sacerdote rogazionista reggente della Prefettura della Casa pontificia, viene quindi ospitata nelle pagine dell’edizione quotidiana del giovedì.

Thomas Merton scriveva in Nessun uomo è un’isola: «La vera solitudine purifica l’anima e la spalanca ai quattro venti della generosità. La falsa solitudine chiude la porta a tutti gli uomini e si esaurisce nelle proprie sciocchezze».

Quella a cui Gesù invita i suoi Apostoli, «venite in un luogo solitario», è proprio la vera solitudine. Dopo le fatiche dell’attività apostolica, una pausa di tranquillità, per non disperdersi nella frenesia che lascia più vuoti e stanchi, e per non perdersi in tante attività che distraggono.

Ritirarsi “in disparte” insieme a Cristo, significa trovare il tempo per il raccoglimento, per l’ascolto della Parola, per la revisione della propria vita alla luce della volontà di Dio, per lasciar decantare il “fare”. Uno stop all’attivismo. Per imparare dal Maestro, nell’intimità con lui.

Viviamo in una società che non apprezza il silenzio e ha paura della solitudine. Il rumore assordante delle discoteche, il muoversi in giovani, il chiacchiericcio vacuo e fatuo sono i segnali di una dispersione dell’intimità e della stessa identità.

Ma, come diceva Georges Bernanos: «Il silenzio interiore, quello che Dio benedice, non mi ha mai isolato dagli uomini». E la solitudine, quella vera, conserva nuovi.

Se solo noi ci sforzassimo di fare silenzio in noi e attorno a noi, capiremmo quale tesoro è nascosto nella solitudine. L’uomo solo è certamente un uomo innamorato, sempre amante e pronto al servizio.

Sempre pronto ad andare in aiuto ai fratelli «stanchi e sfiniti come pecore senza pastore» (Vangelo).

di Leonardo Sapienza