Il Wcc verso l’assemblea di Karlsruhe

Amore e missione

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08 luglio 2021

La buona novella per l’amore e per la missione: è lo slogan con la quale si è conclusa, nei giorni scorsi, la riunione del Comitato centrale del World Council of Churches (Wcc), quasi interamente dedicata alla preparazione dell’undicesima assemblea generale, prevista a Karlsruhe, in Germania, dal 31 agosto all’8 settembre 2022. L’assemblea avrà come tema «L’amore di Cristo muove il mondo alla riconciliazione e all’unità», ponendo così al centro del cammino ecumenico l’istanza di trovare sempre nuove forme per testimoniare come l’amore di Cristo possa cambiare radicalmente la vita di uomini e donne che si fanno testimoni di questo amore, aiutando il mondo, e non solo la Chiesa, a vivere la riconciliazione e l’unità.

L’assemblea, come ha ricordato Agnes Abuom, moderatrice del comitato, sarà anche l’occasione per rilanciare il significato della solidarietà nel dialogo ecumenico, tanto più in Europa che torna a ospitarla dopo oltre cinquant’anni, dal momento che l’ultima volta si tenne a Uppsala, in Svezia, nel luglio 1968. Su questo aspetto, il vescovo Petra Bosse-Huber, della Chiesa evangelica di Germania, ha ricordato che l’assemblea costituisce un passaggio particolarmente rilevante per il cristianesimo in Europa perché c’è bisogno dell’esperienza dei cristiani nel mondo per affrontare insieme le sfide che la pandemia ha rilanciato, riguardo all’accoglienza e alla discriminazione, accentuando le diseguaglianze. Per Bosse-Huber rimane aperta la questione dei limiti imposti a coloro che non hanno ricevuto il vaccino anti-covid, soprattutto in Africa e in Asia, una questione che rischia di pregiudicare il livello di partecipazione all’incontro, anche se il vero problema riguarda le lacune e i limiti della campagna di vaccinazione che, di fatto, esclude gli ultimi del mondo in tanti Paesi.

A Karlsruhe verrà inoltre discusso come proseguire la costruzione dell’unità della Chiesa, nella quale tutti i cristiani devono essere coinvolti in uno spirito di pellegrinaggio che ha segnato profondamente l’azione del Wcc, soprattutto in questi ultimi anni, dopo l’assemblea generale di Busan (2013), aprendo nuove prospettive di collaborazione e di condivisione. Nella riflessione teologica sulla costruzione dell’unità visibile si dovrà riservare un posto privilegiato alla preghiera che rappresenta una fonte primaria per il superamento delle divisioni, tanto più in un tempo come il presente, nel quale la preghiera aiuta a coltivare la speranza per il domani.

Secondo il reverendo Ioan Sauca, segretario generale ad interim del Wcc, si dovrà ripartire dal tanto che i cristiani hanno in comune per testimoniare al mondo i loro valori riscoprendo che la “Chiesa Una” non appartiene ai cristiani, ma a tutta l’umanità. Per Sauca è evidente che la terribile esperienza della pandemia ha mostrato l’unità del mondo, «perché il virus non ha scelto tra confessioni e religioni: ha toccato l’umanità».

Attraverso la preparazione dell’assemblea generale, il Consiglio ecumenico delle Chiese vuole proseguire un cammino di approfondimento che va ben oltre gli ampi confini dei membri del Wcc, per riaffermare l’importanza che tutti i cristiani insieme, valorizzando le peculiarità delle diverse tradizioni, devono farsi annunciatori della buona novella nelle proprie comunità e nel mondo per vivere fino in fondo la missione della “Chiesa Una”, una missione di amore e di riconciliazione.

di Riccardo Burigana