Il Libano sull’orlo
del baratro

(Marwan Tahtah/Afp)
07 luglio 2021

«Il Libano è sull’orlo del baratro, del disastro totale». Queste le parole usate ieri dal premier uscente libanese, Hassan Diab, per descrivere la situazione disperata nella quale si trova il Paese. Parlando con i diplomatici a quasi un anno dalle dimissioni del suo governo lo scorso agosto, Diab ha esortato «le Nazioni amiche a estendere l’assistenza» nonostante la mancanza di un nuovo esecutivo. «Il Libano è a pochi giorni dall’esplosione sociale. I libanesi stanno affrontando questo oscuro destino da soli».

Per chiedere pace per il Libano, una settimana fa, Papa Francesco aveva tenuto in Vaticano una giornata di preghiera insieme ai responsabili delle Comunità cristiane libanesi. Il Paese dei Cedri sta infatti vivendo da oltre due anni una profonda crisi sociale e politica. Crisi, questa, aggravata dalla devastante esplosione che il 4 agosto dello scorso anno ha distrutto il porto di Beirut.

Sulla situazione in libano è intervenuta anche la Banca Mondiale che ha definito quella in corso in Libano come «una delle peggiori crisi economiche dal 1850». La moneta nazionale ha perso quasi il 95 per cento del suo valore, gettando nella povertà il Paese. L’inflazione e la disoccupazione sono aumentate vertiginosamente e ondate di professionisti sono emigrati all’estero alla ricerca di una vita migliore. E la popolazione soffre per la mancanza di carburante, medicinali e altri generi di prima necessità.

A fronte di una situazione tanto difficile, anche Israele ha offerto aiuti, come annunciato ieri dal ministro della Difesa Benny Gantz. L’offerta è stata comunicata alla missione dei caschi blu dell’Onu in Libano Unifil. Paesi confinanti, Israele e Libano non hanno relazioni diplomatiche.