#CantiereGiovani
Sull’insegnamento della religione

La materia interdisciplinare per eccellenza

Il beato Carlo Acutis
05 luglio 2021

«Prof, dobbiamo mettere anche religione nell’elaborato per l’esame?». A pochi mesi dalla fine della terza media, gli alunni rivolgono puntualmente questa domanda. Ogni anno, le indicazioni ministeriali cambiano, ma il colloquio orale (prova unica in tempi di pandemia) ruota sempre intorno a una presentazione interdisciplinare che il candidato realizza a partire da un tema liberamente scelto o assegnato. Senza forzature, si raccomanda all’infinito in classe: non occorre mettere tutte le materie, al contrario, «scegliete quelle che in modo coerente e fluido si collegano all’argomento proposto». In alcune scuole pongono dei limiti netti. Massimo tre, ad esempio. In altre, stabiliscono dei criteri di stesura stringenti: massimo quindici slides, o dieci pagine word o dieci minuti di filmato. Il tempo e lo spazio sulla pagina bianca come sempre sono tiranni e, nella scelta dolorosa che impone l’estromissione di alcune materie e fa i conti con desiderata e caratteri dei docenti (“se non lo includo nell’elaborato, il prof si offende…”), l’insegnamento della religione cattolica viene sacrificato, inevitabilmente, quasi sempre.

A quella domanda iniziale, dalla cattedra di lettere, si risponde con un invito alla riflessione: religione è la materia interdisciplinare per eccellenza; dalla scienza alla poesia, dall’arte alla musica, tutti i percorsi della conoscenza umana rappresentano la ricerca di un senso, il desiderio di risposte definitive che da sempre l’uomo trova a partire dalla sfera spirituale. Accolto o contestato, esaltato o rifiutato, il sacro occupa un posto fondamentale nell’evoluzione della nostra specie. Più che mai nella società secolarizzata di oggi, in cui conoscere la storia del cristianesimo e delle tante religioni con cui è in dialogo, significa capire meglio — oltre all’attualità — le differenze culturali ed etniche che proliferano in ogni classe. Capirle, accettarle e arricchirsene. Una sfida centrale nel mondo dell’istruzione.

Il tempo tiranno, tuttavia, non lascia maturare tra i banchi neanche questa riflessione e, solitamente, nella sfilza dei colloqui che si susseguono nelle aule infuocate di giugno, religione fa capolino solo in qualche elaborato da 10 e lode. Salvo casi (e classi) eccezionali. Quest’anno, però, il fattore sorpresa (che poi è il bello dell’insegnamento) è entrato a gamba testa agli esami dell’Istituto F.S. Nitti di Roma: quasi metà della 3I, infatti, ha inserito nei propri elaborati riferimenti intelligenti e originali alla religione, dando così nuovo senso ai concetti di interdisciplinarietà e trasversalità.

È un gruppo di alunni nella media la 3I, statisticamente parlando: difficoltà più o meno importanti, talenti, origini straniere, problemi disciplinari e, naturalmente, grandi sorprese si sono mescolati per tre anni (con il pesantissimo carico della dad) come in tante altre classi. La differenza tuttavia, l’ha fatta la collega di religione, empatica e intuitiva, che con una sola ora a settimana (50 minuti a causa delle regole anti-covid, 40 se capitava a ridosso della ricreazione), ha saputo accendere l’interesse dei ragazzi e suggerire con la dolcezza che le è propria, spunti incisivi. E così a una Commissione, più attenta del solito, è stato ricordato che l’innovazione (tema di uno degli elaborati) è anche santa, grazie a un Papa che è salito (in video) sul prestigioso palco di TED (“Technology, Entertainment and Design”) e ha definito la Rete “un dono di Dio” che “può offrire maggiori possibilità di incontro e solidarietà tra tutti” purché se ne faccia un uso equo e corretto.

Da qui il riferimento al beato Carlo Acutis che giovanissimo ha adoperato le proprie conoscenze informatiche per condividere con i coetanei la bellezza del Vangelo. Pindarico — dato il tema del volo assegnato a un altro alunno — ma molto opportuno anche il collegamento a san Giuseppe da Copertino, apparso in levitazione nell’ultima slide della presentazione, subito dopo la suggestiva immagine di alcuni parapendii al tramonto.

Le Beatitudini, invece, hanno fatto il loro ingresso in aula in un lavoro sulla felicità, mentre D.M, nel proprio percorso sui muri — fisici e simbolici — ci ha spiegato la storia e il valore del Muro del pianto nella religione ebraica. E ancora: gli attentati a Charlie Hebdo in tema di estremismo e il culto degli Antenati nella religione shintoista in un discorso sulla famiglia; la luna imperfetta e inedita eseguita dal Cigoli nella sua Immacolata Concezione sulla base delle recenti scoperte di Galileo; Bernadette e la grotta di Lourdes, la riscoperta della fede negli artisti romantici.

Negli interventi dei ragazzi si riconosce il tocco leggero della mano che svela e non impone. Un tesoro che a scuola non andrebbe mai risparmiato.

di Silvia Gusmano