L’impegno dell’episcopato togolese per il dialogo ecumenico e interreligioso

Collaborazione tra fratelli

 Collaborazione tra fratelli  QUO-149
05 luglio 2021

Collaborazione e fraternità: sono i due punti fondamentali sui cui si basa l’operato del Consiglio per la cultura, il dialogo interreligioso e l’ecumenismo della Conferenza episcopale del Togo (Cet). Ad illustrarne l’attività, in un’intervista a «La Croix», è il vescovo di Sokodé, Célestin-Marie Bawimila Gaoua, presidente dell’organismo dal 2016. «Da un lato — spiega il presule — per quanto riguarda la cultura, la priorità del nostro Consiglio è promuovere i talenti. Inoltre, il nostro gruppo sta lavorando allo sviluppo di una strategia adeguata per coordinare e sostenere iniziative culturali nelle diocesi del Paese». D’altra parte, prosegue monsignor Gaoua, alla testa di una diocesi del Togo dove vive un gran numero di musulmani, «l’ecumenismo e il dialogo interreligioso rappresentano una priorità. In questo senso, il 13 maggio, abbiamo preso parte alla preghiera musulmana durante la celebrazione della primo giorno del Ramadan allo stadio comunale di Sokodé». È in questa stessa prospettiva che monsignor Anani Nicodème Yves Barrigah-Bénissan, arcivescovo di Lomé, ha fatto visita l’8 maggio nella capitale al presidente dell’Unione musulmana del Togo, El Hadj Inoussa Bouraïma.

Infine, il Consiglio sostiene attività interreligiose a favore della coesione sociale. In questi anni, con il Catholic relief service, è stata organizzata una serie di sessioni sul tema della coesione sociale all’attenzione di cristiani, musulmani e credenti delle religioni tradizionali africane, incontri «che hanno un grande impatto sulle relazioni tra credenti di fedi diverse», sottolinea monsignor Gaoua.

Ma le sfide da affrontare sono ancora tante: in primo luogo, dice il vescovo, c’è quella di «finalizzare meglio la struttura del Consiglio, così da renderlo perfettamente funzionale, in vista dell’effettiva attuazione della missione affidatagli». «Questo processo risente della situazione di crisi sanitaria covid-19 che imperversa da più di un anno — prosegue il presule togolese — ma speriamo di riuscire a superare gli ostacoli».

Nel 2017, monsignor Gaoua aveva invitato i leader musulmani e cristiani della sua città a partecipare ad una sessione di formazione sulla coesione sociale. Dall’incontro era nata l’ambizione di fare di Sokodé una città «riconciliata» e «libera» dove regnano valori come l’amore, la fratellanza e la pace, dove la popolazione possa collaborare e lavorare «in solidarietà, senza alcuna forma di discriminazione, con il riconoscimento dei diritti e dei doveri di ciascuno per l’unità nazionale, il benessere di tutti e lo sviluppo sostenibile».

di Charles de Pechpeyrou