L’allarme dell’Unicef per gli oltre 2,1 milioni di bambini colpiti dalla crisi umanitaria

La sofferenza silenziosa
del Niger

 La sofferenza silenziosa del Niger   QUO-148
03 luglio 2021

Oltre 2,1 milioni di bambini sono colpiti dalla crisi umanitaria in Niger. Una triste realtà denunciata dall’Unicef in un rapporto “Soffrendo in silenzio” — lanciato ieri — in cui chiede una maggiore attenzione e mobilitazione per la situazione di questi piccoli e delle loro famiglie che «soffrono in silenzio». A causa di conflitti, sfollamenti, insicurezza alimentare, malnutrizione, ricorrenti epidemie e focolai di malattie, inondazioni cicliche e siccità, oltre 3,8 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria, il 30% in più rispetto al 2020.

«Considerando il forte aumento del numero di persone colpite dalle multiple, prolungate e complesse emergenze in Niger, è una sfida per il governo e la comunità umanitaria rispondere a questi bisogni», ha dichiarato Marie-Pierre Poirier, direttore regionale dell’Unicef per l’Africa occidentale e centrale. Le violenze si stanno diffondendo a un ritmo accelerato nel Paese, generando una forte insicurezza. Gli attacchi ai confini con Burkina Faso, Mali e Nigeria hanno portato a sfollamenti significativi nel Paese e continuano a sconvolgere le vite di centinaia di migliaia di bambini, si legge nel comunicato. «Le vite dei bambini sono state distrutte. È difficile credere che i bambini debbano vivere nella paura costante di questi attacchi. Questa non dovrebbe essere la loro realtà», ha avvertito Poirier. «La protezione dei diritti dei bambini, inclusi quelli sfollati, è fondamentale, che sia il diritto a cibo, salute, istruzione, acqua, rifugio o il diritto di essere protetti dalle violenze».

Il comunicato enumera anche i dati generati dalle violenze. Alla fine di marzo 2021, in Niger c’era un totale di 313.000 sfollati interni, 235.000 rifugiati e 36.000 persone rientrate nel Paese. Preoccupano, in particolare, gli attacchi alle scuole. Negli ultimi mesi il numero di scuole costrette a chiudere per la mancanza di sicurezza nelle aree colpite da conflitti è aumentato da 312 a 377. «Le minacce all’istruzione stanno distruggendo le speranze e i sogni di un’intera generazione di bambini», ha dichiarato Poirier. Inoltre, ha aggiunto, l’aumento delle insicurezze e delle restrizioni ai movimenti imposte come conseguenza dal governo hanno ostacolato l’accesso umanitario per portare assistenza alle popolazioni in difficoltà e stremate dal conflitto.