Merkel e Draghi parlano di migrazioni

AAncora morti
nel Mediterraneo

Picture shows an empty inflatable boat following the rescue of about 90 migrants by the Spanish NGO ...
22 giugno 2021

Venivano dalla Siria, dalla Palestina, dallo Yemen, dalla Somalia: il mare ha restituito 18 corpi dopo l’ennesimo naufragio nel Mediterraneo che ha avuto solo la testimonianza in diretta di Alarm Phone, sorta di ultimo appiglio satellitare per i naufraghi che cercano l’estremo soccorso.

Altri 18 morti, un numero imprecisato di dispersi fra la Libia e l’Italia: il Mediterraneo continua a seppellire vite e speranze. Alarm Phone, talvolta, trova ascolto. Altre volte, come questa, resta ad epitaffio di una ventina di morti sconosciuti.

I bambini, in questi gruppi, non mancano mai. Ce lo ha ricordato la cronaca di un pugno di ore fa. Una barca con 40 persone, nell’accostare la meta di Lanzarote, Canarie, si è rovesciata a non molti metri dalla riva. Tra le quattro vittime un bimbo di otto anni, recuperato con una donna e due uomini.

Anche di questo si occupa l’Europa, meta dei profughi e dei fuggiaschi da Asia, Africa e Medio Oriente, quando i leader del continente si incontrano per parlare di immigrazione: sul tavolo i temi di accoglienza, ripartizione degli arrivi e cooperazione con i Paesi di frontiera.

L’ultimo bilaterale a riguardo è stato quello fra la cancelliera tedesca, Angela Merkel ed il presidente del consiglio italiano, Mario Draghi. La Germania, Paese considerato meta finale, Italia punto d’approdo obbligato.

Fra i due capi di governo, ieri a Berlino, è stata affermata in una conferenza stampa «una gran volontà di visione congiunta e mutuo beneficio». Germania e Italia, ha confermato Merkel, hanno «situazioni diverse: l’Italia—ha detto — è un Paese di arrivo, noi invece siamo colpiti da movimenti secondari» ma «siamo completamente d’accordo su come gestire il fenomeno: bisogna iniziare dai Paesi di provenienza» e «l'immigrazione illegale va sostituita da quella legale». Pieno sostegno di entrambi anche al rinnovo dell’accordo Ue-Turchia: «Siamo dell’avviso che non possiamo andare avanti senza», ha assicurato Merkel spiegando che «al vertice europeo dobbiamo aprire una prospettiva sul futuro perché la Turchia accoglie moltissimi rifugiati, oltre 3 milioni».

Germania ed Italia, dunque, avviano insieme un discorso che potrà avere eco anche alla conferenza di Berlino, prevista domani e che dovrebbe occuparsi del più vasto tema della stabilizzazione della Libia. L’intento comune, ha spiegato il presidente del consiglio italiano, è quello «di lavorare insieme e aiutarci l’un l’altro». Non sarà agevole. La comunanza di vedute è dichiarata, al momento, su «una maggiore presenza dell’Ue «nel Nordafrica, ma anche in Mali, Etiopia, Eritrea». Merkel ha ringraziato l’Italia per avere «avviato molte iniziative per una soluzione politica in Libia ed è tornata a caldeggiare l’organizzazione di canali legali di emigrazione.