AAncora morti
Venivano dalla Siria, dalla Palestina, dallo Yemen, dalla Somalia: il mare ha restituito 18 corpi dopo l’ennesimo naufragio nel Mediterraneo che ha avuto solo la testimonianza in diretta di Alarm Phone, sorta di ultimo appiglio satellitare per i naufraghi che cercano l’estremo soccorso.
Altri 18 morti, un numero imprecisato di dispersi fra la Libia e l’Italia: il Mediterraneo continua a seppellire vite e speranze. Alarm Phone, talvolta, trova ascolto. Altre volte, come questa, resta ad epitaffio di una ventina di morti sconosciuti.
I bambini, in questi gruppi, non mancano mai. Ce lo ha ricordato la cronaca di un pugno di ore fa. Una barca con 40 persone, nell’accostare la meta di Lanzarote, Canarie, si è rovesciata a non molti metri dalla riva. Tra le quattro vittime un bimbo di otto anni, recuperato con una donna e due uomini.
Anche di questo si occupa l’Europa, meta dei profughi e dei fuggiaschi da Asia, Africa e Medio Oriente, quando i leader del continente si incontrano per parlare di immigrazione: sul tavolo i temi di accoglienza, ripartizione degli arrivi e cooperazione con i Paesi di frontiera.
L’ultimo bilaterale a riguardo è stato quello fra la cancelliera tedesca, Angela Merkel ed il presidente del consiglio italiano, Mario Draghi. La Germania, Paese considerato meta finale, Italia punto d’approdo obbligato.
Fra i due capi di governo, ieri a Berlino, è stata affermata in una conferenza stampa «una gran volontà di visione congiunta e mutuo beneficio». Germania e Italia, ha confermato Merkel, hanno «situazioni diverse: l’Italia—ha detto — è un Paese di arrivo, noi invece siamo colpiti da movimenti secondari» ma «siamo completamente d’accordo su come gestire il fenomeno: bisogna iniziare dai Paesi di provenienza» e «l'immigrazione illegale va sostituita da quella legale». Pieno sostegno di entrambi anche al rinnovo dell’accordo Ue-Turchia: «Siamo dell’avviso che non possiamo andare avanti senza», ha assicurato Merkel spiegando che «al vertice europeo dobbiamo aprire una prospettiva sul futuro perché la Turchia accoglie moltissimi rifugiati, oltre 3 milioni».
Germania ed Italia, dunque, avviano insieme un discorso che potrà avere eco anche alla conferenza di Berlino, prevista domani e che dovrebbe occuparsi del più vasto tema della stabilizzazione della Libia. L’intento comune, ha spiegato il presidente del consiglio italiano, è quello «di lavorare insieme e aiutarci l’un l’altro». Non sarà agevole. La comunanza di vedute è dichiarata, al momento, su «una maggiore presenza dell’Ue «nel Nordafrica, ma anche in Mali, Etiopia, Eritrea». Merkel ha ringraziato l’Italia per avere «avviato molte iniziative per una soluzione politica in Libia ed è tornata a caldeggiare l’organizzazione di canali legali di emigrazione.