Dopo mille anni il duomo di Ratisbona apre il coro alle donne

Nuovi timbri
(al femminile)

 Nuovi timbri (al femminile)  QUO-138
21 giugno 2021

Anche bambine e ragazze, dal settembre 2022, saranno ammesse al coro di voci bianche della cattedrale di Ratisbona, i celebri Domspatzen (i “passerotti del duomo”). Dopo il via libera del capitolo della cattedrale e del vescovo della città bavarese, Rudolf Voderholzer, si apre al mondo femminile la possibilità di far parte di una delle più antiche e famose istituzioni artistiche della Germania, conosciuta in tutto il mondo, con brani incisi anche per la Deutsche Grammophon e che è tra l’altro diretta da una donna, Kathrin Giehl.

Una significativa novità che è frutto del quadro di rinnovamento all’interno della Chiesa tedesca per dare più visibilità alle donne, seguendo un percorso che negli ultimi tempi le ha portate a ricoprire cariche di responsabilità nell’amministrazione dei beni all’interno di alcune diocesi e a eleggere, nel febbraio scorso, Beate Gilles quale segretario generale dell’episcopato tedesco, in carica dal luglio prossimo.

Secondo Christian Heiss, maestro del coro della cattedrale, l’obiettivo di inserire l’elemento femminile è quello di creare un ulteriore pilastro, nuovi timbri, per la musica a Ratisbona rinverdendo una tradizione che risale a più di mille anni fa. Attualmente, ha spiegato, le donne sono ammesse solo alla scuola superiore del coro, storicamente riservato ai ragazzi ma, «dopo una certa fase di sviluppo, il nuovo coro femminile soddisferà i più alti standard musicali».

La storia dei Domspatzen inizia nel 975, narrata da alcuni documenti che testimoniano l’iniziativa del vescovo di Ratisbona, Wolfgang, di creare un coro di voci bianche capace di fare arrivare la purezza della musica in cielo. Da qui comincia allora il lungo e luminoso cammino dei “passerotti” che crescendo sempre più di intensità, soprattutto nei primi dell’Ottocento, raggiunge il suo culmine negli anni Trenta del secolo scorso, sotto la guida del direttore Theobald Schrems. È ancora viva nella memoria la performance del 1978 davanti alla regina d’’Inghilterra, Elisabetta ii , in occasione della sua visita in Germania.

Il nome, “passeri della cattedrale”, è stato usato per la prima volta nei resoconti giornalistici in occasione di un viaggio del coro a Praga per una tournée nel 1910. L’attuale scuola superiore è stata invece istituita nel 1948, subito dopo la seconda guerra mondiale e prevede tre cori, ognuno con il proprio direttore. Dal canto gregoriano monofonico ai canti del periodo rinascimentale, barocco, classico e romantico, fino alla musica contemporanea, i Regensburger domspatzen imprimono il loro caratteristico e professionale marchio che da secoli affascina le platee europee e mondiali. Durante i giorni di scuola, i cori della cattedrale di San Pietro organizzano la solenne liturgia in occasione di feste parrocchiali, per la messa domenicale e anche per i giorni festivi. Non solo: oltre a questi impegni i piccoli cantori si esibiscono in concerti a cappella o insieme a famose orchestre.

«Ai più piccoli — è scritto sul sito dell’istituzione canora — vengono spiegate le connessioni e le reali collocazioni delle composizioni. Il canto corale è suono melodioso e allo stesso tempo proclama un messaggio: la gioia, la speranza e la bellezza della fede».

Alla musica si unisce inoltre l’insegnamento scolastico che parte dalle elementari per arrivare al liceo gestito nella zona est di Ratisbona, il quale offre ai suoi studenti un ramo musicale e scientifico-tecnologico, al fine di promuovere e sviluppare i talenti nascosti di ogni giovane. «“Chi è stato al Domspatzen una volta, ritornerà”, si dice da oltre mille anni», recita una frase nel portale dell’istituzione. Dal 2022 ci sarà un motivo in più: «Il fatto che ragazze e ragazzi lavorino insieme, che il coro diventi più femminile, è certamente un bene per la scuola», osserva soddisfatta la preside del Domspatzengymnasium, Christine Lohse.

di Rosario Capomasi