Il Trittico ricomposto del maestro della Madonna Straus
Il progetto frutto della collaborazione tra i Musei Vaticani e il Museo diocesano di Spoleto

Incanto tardogotico

"Madonna in trono con il Bambino e gli angeli"
12 giugno 2021

Pubblichiamo la prefazione della direttrice dei Musei Vaticani, al volume "Incanto Tardogotico. Il trittico ricomposto del Maestro della Madonna Straus" (a cura di Adele Breda e Anna Pizzamano, Perugia, Quattroemme, 2021). La mostra omonima aprirà il prossimo 15 giugno presso il Museo Diocesano di Spoleto (fino al 7 novembre 2021).

Tra le cose entusiasmanti che possono capitare quando si è alla direzione dei Musei Vaticani vi è anche la possibilità di imbattersi in progetti come questo, condotto da Adele Breda, Stefania Nardicchi ed Anna Pizzamano. Un vero “incanto tardogotico” che è stato restaurato, riscoperto, ricomposto e riportato alla condivisione di un folto numero di pubblico grazie a tante sinergie, che hanno visto negli ultimi tre-quattro anni focalizzare l’interesse sul raffinato Maestro della Madonna Straus.

Lo si deve, questo risultato, alla caparbietà di tanti: in primis a quella delle curatrici; quindi a quella dell’arcivescovo di Spoleto-Norcia, Monsignor Renato Boccardo; ma anche a quella di tanti colleghi dei Musei Vaticani che, nonostante le difficoltà di questi ultimi tempi, hanno reso possibile quanto viene presentato in questo catalogo ed anche nell’iniziativa espositiva frutto di questo progetto.

Due anni fa ero al Museo del Prado per un convegno e le due tavole dei Musei Vaticani — raffiguranti Santa Paola e Sant’Eustochio — aprivano con onore la prima sala dell’importante mostra dedicata al Beato Angelico (Fra Angelico and the Rise of Florentine Renaissance). In quell’occasione la ricerca era ancora in corso e le due opere erano ancora semplici frammenti dispersi di un prezioso patrimonio tardogotico, ancora non bene indagato.

Il progetto odierno, frutto della collaborazione fra i Musei Vaticani e il Museo diocesano di Spoleto, con orgoglio presenta quanto non era stato possibile esporre a Madrid perché la ricerca era ancora in corso: l’inedita e bellissima ricomposizione del Trittico della Madonna Straus.

Al tempo stesso, l’iniziativa espositiva rende merito ad un pittore di elevatissima qualità, ma non ancora abbastanza noto, di quella felice stagione artistica che fiorì fra Umbria e Toscana tra la fine del iv secolo e gli inizi del xv .

Le curatrici sono partite dagli studi di Roberto Longhi sul Maestro della Madonna Straus, ma hanno affrontato la ricerca secondo metodologie che hanno tenuto conto anche di tanta materia: lo studio dei punzoni, quello del modellato, quello della struttura del trittico e molti altri aspetti. Ricerche ed indagini scaturite nel corso del restauro delle tavole vaticane e che hanno visto la stretta sinergia con i tecnici — restauratori e scienziati — che operano nei Musei Vaticani e che hanno permesso, con una poliedrica quanto attenta analisi dei dati, di arrivare al risultato che è oggi sotto i nostri occhi.

In tanti, dunque, hanno profuso impegno e passione in questa impresa: spendo un grazie, in particolare, per Bruno Marocchini, che ha operato in prima persona sulle tavole ed ha fattivamente collaborato al progetto e contribuito alla felice scoperta; così come volentieri ricordo Rosanna Giardina e Massimo Alesi, coordinati dal Capo Restauratore del Laboratorio Pitture dei Musei Vaticani, Francesca Persegati.

Insieme a loro vanno certamente ricordati il Responsabile del Dipartimento delle Arti, Guido Cornini; Ulderico Santamaria e Fabio Morresi del Gabinetto per la Diagnostica ed il Restauro dei Musei Vaticani, che con le loro indagini hanno permesso di confermare le iniziali supposizioni delle curatrici. Una menzione speciale ai nostri Patrons of the Arts in the Vatican Museums, in particolare al Capitolo del Minnesota e South Dakota, per aver sostenuto con munificenza il progetto di restauro: mai sufficiente sarà il nostro debito di gratitudine nei loro riguardi.

L’iniziativa espositiva nel Museo Diocesano di Spoleto è stata possibile grazie alla disponibilità della sua Direttrice, Stefania Nardicchi, che ha operato con passione ed in armonia con le altre curatrici, contando sul convinto supporto dell’arcivescovo Boccardo. Dopo la Sala Barberini del Museo spoletino, ci auguriamo che la mostra possa poi essere presentata anche nel cuore delle collezioni dei Musei Vaticani, nella Sala xvii della Pinacoteca, da tempo adibita a progetti come questo. Il risultato di tanto lavoro è ora sotto i nostri occhi, in questo prezioso catalogo e nella mostra che auspichiamo venga ammirata — in questi tempi in cui ci affacciamo con fiducia su di uno scenario di fine pandemia — dal maggior numero di persone possibile.

di Barbara Jatta