Blocchi stradali e violenze a Beirut e Tripoli a causa della crisi economica e sociale

Caos e proteste in Libano

Fo l l a a un distributore di benzina a Beirut. Da settimane il Libano soffre una grave carenza di carburante (Epa)
12 giugno 2021

Proteste, blocchi stradali, scontri e violenze: il caos aumenta di giorno in giorno in Libano, Paese afflitto da una profonda crisi economica, istituzionale e sociale. Ieri numerose strade e autostrade sono state bloccate in varie regioni da gruppi di cittadini per la mancanza, ormai a livello strutturale, dei servizi essenziali come medicinali, elettricità, benzina, e dove la lira locale continua a perdere valore rispetto al dollaro statunitense. L’esercito libanese è dovuto intervenire più volte in varie zone del Paese, da Beirut a Tripoli, dalla Bekaa a Sidone, per disperdere manifestanti che bloccavano le strade rovesciando e dando alle fiamme i cassonetti, incendiando copertoni di gomma. Non si registrano — in base alla stampa locale — episodi di violenza tra dimostranti e militari, mentre sono ormai frequenti scontri violenti, anche con armi da fuoco, tra persone in fila per ore ai benzinai ed esasperati per l’assenza di carburante.

La lira libanese ha segnato ieri un record negativo degli ultimi tre mesi: un dollaro vale ora 15mila lira, quando meno di due anni fa ne valeva 1.500 lire. Gran parte delle merci essenziali sono importate ma le autorità, che hanno annunciato il default finanziario nel marzo del 2020, faticano a trovare le risorse per pagare le importazioni e mantenere i sussidi alle merci e servizi come medicine, carburante, elettricità, combustibili, farina.

Da segnalare, ieri, anche lo sciopero delle farmacie sparse nel territorio nazionale, che hanno abbassato le saracinesche sia come forma di protesta per la prolungata assenza di medicinali sia perché molte strutture affermano di avere esaurito le scorte di medicine. Su questo nelle ultime ore è intervenuto il ministro uscente della Sanità libanese, Hamad Hassan, vicino al movimento sciita libanese Hezbollah, che ieri si è presentato in quattro diversi depositi di materiale sanitario necessario alle dialisi a Beirut e nei sobborghi della capitale per chiederne lo sblocco. In effetti, molti container sono bloccati perché gli importatori chiedono al governo il rimborso delle spese.

Parlando con i giornalisti, Hassan, che nei giorni scorsi aveva accusato gli importatori di medicinali e materiale sanitario di tenere nascosti i prodotti in attesa del rialzo dei prezzi, ha detto di aver constatato che «nei magazzini ispezionati ci sono riserve di materiale per dialisi che possono bastare per alcuni mesi».