È il primo intervento di questo tipo al mondo

Bambino Gesù, trapianto pediatrico da donatore positivo al covid

 Bambino Gesù, trapianto pediatrico  da donatore positivo al covid   QUO-129
10 giugno 2021

Un risultato di cruciale importanza nell’ambito dei trapianti di cuore. L’intervento effettuato a maggio all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù è il primo caso al mondo di trapianto d’organo da donatore positivo al SARS-CoV-2 a paziente negativo. Il ragazzo di 15 anni, che ha ricevuto un nuovo cuore, è stato trattato con anticorpi monoclonali per eliminare il rischio che potesse sviluppare il covid-19. L’intervento ha richiesto autorizzazioni speciali sia da parte del Centro Nazionale Trapianti (Cnt) che dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa).

«In campo pediatrico — spiega il professor Antonino Amodeo, responsabile della struttura complessa di scompenso, trapianto e assistenza meccanica cardio-respiratoria dell’Ospedale — trovare un cuore compatibile per un trapianto è più difficile che negli adulti. Nell’ultimo anno poi, a causa della pandemia e delle restrizioni adottate per contrastarla, queste difficoltà sono ulteriormente aumentate. Individuare un cuore compatibile per un trapianto è spesso un’occasione più unica che rara. Per questo abbiamo fatto il possibile affinché il ragazzo in lista d’attesa potesse ottenere l’organo che stava aspettando. Una scelta che può fare la differenza tra la vita e la morte».

L’intervento è stato molto complesso. Il ragazzo di 15 anni sottoposto a trapianto di cuore da donatore positivo al SARS-CoV-2 era affetto da cardiomiopatia dilatativa, una patologia che compromette la capacità del cuore di pompare efficientemente il sangue all'organismo. La frequenza nella popolazione generale adulta è di circa 1 caso su 2.500, ma nei bambini è considerata una malattia rara e la sua frequenza annua in età pediatrica è di 0.57 casi ogni 100.000 persone. L’adolescente — secondo quanto si legge in un comunicato dell’Ospedale — era in lista di attesa per il trapianto da settembre dello scorso anno. A giugno del 2020 si è verificato un peggioramento del quadro clinico con arresto cardiaco che ha necessitato il supporto Ecmo, una tecnica di circolazione extracorporea alla quale si ricorre temporaneamente quando si presenta un'insufficienza cardiaca o respiratoria grave.

Dopo circa un anno, a maggio 2021, è stato individuato un cuore compatibile. Ma si trattava di un donatore positivo al SARS-CoV-2 e la legge consente il trapianto solo su pazienti anch’essi positivi o guariti dal covid-19. A questo punto i medici e i ricercatori delle strutture complesse di Microbiologia e Diagnostica di immunologia e quelli dell’Immunologia clinica e Vaccinologia del Bambino Gesù si sono messi al lavoro per calcolare l’effettivo rischio di contagio. I numerosi test effettuati hanno rilevato una carica virale estremamente ridotta e, di conseguenza, una possibilità di contagio del ricevente molto bassa. È stata così richiesta al Centro Nazionale Trapianti una deroga alla normativa vigente per poter effettuare il trapianto di cuore. Deroga concessa per la prima volta in ambito pediatrico dal Cnt, la seconda in assoluto nel giro di poco tempo.