Il Papa abbraccia
la sorella di Nadia De Munari
la missionaria italiana
uccisa in Perú

SS. Francesco - Cortile San Damaso - Udienza Generale - 09-06-2021
09 giugno 2021

Con il coraggio e la stessa “fiducia nella preghiera” di sua sorella Nadia — la missionaria laica veneta massacrata in Perú e morta il 24 aprile — Vania De Munari ha chiesto stamani a Papa Francesco di «pregare per Barbara De Risso: è una mia amica, mamma di due ragazzi: le è stato appena diagnosticato un tumore che sembra inarrestabile». Sì, Vania non è venuta qui, nel cortile di San Damaso per l’udienza generale, né con rivendicazioni né con piagnistei. Non cerca vendette rancorose per la violenza che le ha portato via Nadia. Certo, con sobria dignità vuole la verità sulla morte della sorella. Non nasconde il dolore. Ma oggi, incontrando Papa Francesco, il suo pensiero — che coincide con la preghiera — è per l’amica Barbara: «È coetanea di Nadia, siamo cresciute tutte insieme: la morte violenta di mia sorella e la improvvisa malattia di Barbara sono due storie avvenute nello stesso momento e s’intrecciano» nei paesini del vicentino, intorno a Giavenale di Schio.

Ecco quello che Vania stamani ha consegnato alla preghiera del Papa: due forti «storie di morte e di malattia» che in realtà «sono storie di vita e di speranza».

«Non ho potuto far nulla per “salvare” mia sorella... chissà... per Barbara sarà diverso: ho fiducia nella preghiera». Vania — più giovane di quattro anni di Nadia, mentre la maggiore delle tre sorelle si chiama Sonia — confida il dolore degli anziani genitori Teresina e Remigio che, «prima di morire, sperano di conoscere come è morta la loro figlia».

Il marito di Vania, Enrico Sebellin, racconta le origini della passione missionaria di Nadia. «Giovanissima, andava in giro con il furgone per aiutare i più poveri. Poi nel 1990 la partenza per il Perú». E «da circa 5 anni — aggiunge Vania — aveva accettato la richiesta di padre Ugo De Censi, fondatore dell’Operazione Mato Grosso, di vivere nella missione di Nuevo Chimbote per coordinare l’istruzione dei bambini. Voleva che avessero un futuro dignitoso».

Con il Papa, Vania e Enrico hanno ricordato Nadia anche guardando insieme una significativa fotografia. Confida la donna: «L’ultima foto che mia sorella mi ha inviato sul cellulare, di solito condivideva le immagini dei bambini che assisteva, è quella di una pianticella che faticosamente era riuscita a far crescere...». Una piccola pianta che Vania chiama “speranza”.

Leonardo e i suoi quindici amici hanno deciso «che qualcosa andava fatto per aiutare chi è più povero», che non si può lasciare sempre tutto in mano agli adulti. E così nella loro Grottaferrata, il 29 e il 20 maggio, hanno messo su un “mercatino” per raccogliere soldi a sostegno del progetto del “vaccino sospeso” dell’Elemosineria apostolica.

Stamani Leonardo ha consegnato nelle mani del Papa l’assegno di 1842,53 euro: tutto il ricavato (fino all’ultimo centesimo) delle vendite nel “mercatino”. Accanto a lui c’erano i suoi amici — stanno per iniziare insieme il percorso verso la cresima — con monsignor Claudio Cirulli, parroco del Sacro Cuore a Grottaferrata, i catechisti Federico Pompili e Lucia Zurlo e alcuni genitori. «È significativo che questa iniziativa sia stata realizzata dai ragazzi, al di là della cifra raccolta, perché è un’esperienza che li fa crescere, facendo crescere anche tutta la comunità» dice il parroco.

Il Papa ha benedetto la “fiaccola della pace” dell’ormai tradizionale pellegrinaggio notturno Macerata-Loreto — previsto per sabato 12 giugno — presentatagli da due atleti con monsignor Giancarlo Vecerrica, vescovo emerito di Fabriano-Matelica e ideatore del pellegrinaggio. «Quando vedo te, vedo speranza» il tema di questa 43ª edizione. «Anche stavolta questa esperienza sarà vissuta in modo virtuale senza però perderne l’essenza» racconta il presule. In questi anni, confida monsignor Vecerrica, «sono tante le storie incrociate camminando tra Macerata e Loreto: penso sempre a un gruppo di atlete russe, in Italia per un torneo, che mi dissero di aver partecipato “come atee” per riconoscere il volto di Dio nelle persone di fede».

Francesco ha benedetto anche un grande mosaico, raffigurante Gesù Misericordioso secondo la spiritualità di santa Faustyna Kowalska. Alto oltre due metri, sarà ora collocato sull’altare della cappella dell’adorazione perpetua, nell’antica chiesa di san Francesco di Paola a Scafati, nella diocesi di Nola. La cappella è centro di riferimento per la “Rete mondiale di preghiera del Papa”.

Il messicano Alejandro Irigoyen — con la moglie Bernadette e i tre figli Alexa, Diego e Vital di 11, 9 e 6 anni — ha raccontato al Papa il progetto “Soltando Amarras”: navigare su una barca a vela, salpata da Acapulco il 10 maggio 2019, per consegnare un messaggio di pace nei porti di tutto il mondo. Finora la famiglia Irigoyen ha percorso circa 40.0000 chilometri: la “navigazione per la pace” terminerà tra un anno.

Il vescovo di Noto, monsignor Antonio Staglianò, ha presentato al Papa un originale progetto che, nello stile della “Economy of Francesco”, punta sulla tradizione del famoso cioccolato di Modica per coinvolgere la diocesi “gemella” di Butembo-Beni, nella Repubblica democratica del Congo, «in una reciprocità di sviluppo sociale ed economico che porti a produrre là le fave di cacao, coinvolgendo anche la Facoltà di agraria di Catania e Messina». E c’è già un strada aperta, fa presente monsignor Staglianò: «Abbiamo realizzato su un terreno della diocesi di Butembo-Beni una fattoria didattica per insegnare alle famiglie a coltivare la terra insieme». A suggellare questa iniziativa è stato donato a Francesco un grande uovo di Pasqua in ceramica di Caltagirone con il tradizionale cioccolato di Modica.

Al Papa è stato illustrato il progetto The Living Tableau - The Last Supper, rivisitazione in chiave cinematografica dell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci, per la regia di Armondo Linus Acosta. Proiettata nella chiesa degli Artisti a Roma, l’opera sarà presentata anche nel carcere minorile di Casal del Marmo e a Regina Coeli, poi a Bergamo (anche qui nella casa circondariale e nell’ospedale Giovanni xxiii ) e infine a Milano, nel convento di Santa Maria delle Grazie dove c’è il dipinto originale di Leonardo.

Inoltre il vescovo di Haarlem-Amsterdam, monsignor Johannes W. M. Hendriks, ha presentato a Francesco — con l’autore don Lambert Hendriks, rettore del seminario maggiore di Rolduc — la prima copia della traduzione in neerlandese della Regula Pastoralis di Papa san Gregorio magno. E la giornalista Martina Luise gli ha presentato il libro I Papi di fronte alla telecamera. Da Pio xii a Papa Francesco.

di Giampaolo Mattei