La missione del parroco-portiere tra i ragazzi della periferia di Roma

Quando all’oratorio c’è
«un prete per chiacchierar...»
(e per giocar)

Don Bonifacio con i ragazzi dell’oratorio della parrocchia dei Santi Elisabetta Zaccaria a Roma
05 giugno 2021

La Chiesa è «di casa» nello sport: grazie a molti santi, come Giovanni Bosco e Leonardo Murialdo, e alla tradizione degli oratori, la pratica sportiva si è diffusa all’ombra dei campanili italiani. Un’intuizione che permette alla Chiesa di «abitare» il mondo dello sport, fenomeno di massa, globale, che segna stili di vita di generazioni. Ogni sacerdote sa bene quanto sia importante avere uno spazio sportivo nella parrocchia per coinvolgere ragazzi e famiglie nella vita comunitaria.

Papa Francesco, il 7 giugno 2014, per il 70° del Centro sportivo italiano, disse che ci sono «tre strade per i giovani, per i ragazzi, per i bambini: la strada dell’educazione, la strada dello sport e la strada del lavoro». Lo sport coinvolge corpo, anima e spirito. Questa integralità permette allo sport di essere scuola di vita, in cui i valori del rispetto delle regole, del gioco di squadra, del dare il meglio di sé, del fair play, dello spirito di sacrificio diventano esperienza. Per questo l’attività sportiva ha un’efficacia educativa e pastorale molto più grande di tanti sermoni. L’immediatezza del linguaggio sportivo, universale per sua natura, supera barriere sociali, culturali, etniche e ogni pregiudizio: per un sacerdote che spende il proprio tempo tra i ragazzi è una vera e propria esperienza di cattolicità!

Lo sport tuttavia non è educativo di per sé, dev’essere accompagnato da un’intenzionalità e una progettualità educativa pastorale, altrimenti rischia di trasformarsi in una semplice attività di intrattenimento, per nulla educativa e, anzi, talvolta con risvolti negativi.

Nello stesso incontro del 2014 Papa Francesco disse anche che «è bello quando in parrocchia c’è il gruppo sportivo, e se non c’è un gruppo sportivo in parrocchia, manca qualcosa. Ma questo gruppo sportivo dev’essere impostato bene, in modo coerente con la comunità cristiana, se non è coerente è meglio che non ci sia!».

Educare attraverso lo sport non è scontato, nemmeno quando lo si promuove in parrocchia o in oratorio. E molte storie di ragazzi, sacerdoti e allenatori ci raccontano che, quando lo sport è inserito coerentemente nella comunità cristiana, è possibile vincere insieme la sfida educativa. Nel centro sportivo in parrocchia si educano i ragazzi al rapporto con gli altri nel rispetto delle diversità. Ma è anche luogo di spiritualità che apre alla trascendenza.

di Bonifacio Sarte Lopez
Assistente ecclesiastico del Centro sportivo italiano per la diocesi di Roma