La Comece a Ursula von der Leyen

Più forza a chi tutela
la libertà di religione

 Più forza a chi tutela la libertà di religione  QUO-124
04 giugno 2021

«Sono necessarie risorse ragionevoli e adeguate per promuovere questo diritto fondamentale minacciato in molte parti del mondo»: in una lettera indirizzata alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, la Commissione degli episcopati dell’Unione europea (Comece) ricorda il bisogno di supportare il lavoro dell’inviato speciale dell’Ue per la promozione della libertà di religione con un sostegno istituzionale e finanziario. Nel testo, a firma del cardinale Jean-Claude Hollerich, presidente della Comece, si fa riferimento alla recente nomina di Christos Stylianides a inviato dell’Unione europea per la promozione e la protezione della libertà di religione e credo al di fuori dell’Ue, sottolineando il notevole lavoro svolto da questo organismo dalla sua creazione, nel maggio 2016.

Il precedente inviato — si osserva — ha affrontato situazioni impegnative in molti Paesi in cui la libertà di pensiero, coscienza e religione è seriamente minacciata o violata, «nonostante i limiti del suo mandato e delle sue risorse». Nella lettera Hollerich ricorda la necessità di rafforzare tale meccanismo e chiede a von der Leyen di sostenerlo «con risorse umane e finanziarie ragionevoli e adeguate che consentano all’inviato speciale dell’Ue di portare avanti la sua alta responsabilità, con un mandato e una capacità più ambiziosi e meglio definiti», come espresso dalla risoluzione del Parlamento europeo del gennaio 2021.

La Comece esprime soddisfazione per la nomina di Stylianides, il cui precedente impegno come commissario per gli aiuti umanitari ha aperto «nuovi spazi per la cooperazione con le Chiese e le organizzazioni basate sulla fede nelle attività umanitarie, così come per il dialogo interreligioso che porta a una migliore protezione dei diritti umani e alla comprensione reciproca nelle situazioni di conflitto». La sua nomina «darà voce agli individui e alle comunità senza voce, la cui libertà di pensiero, di coscienza e di religione sono violate, essendo essi oggetto di intolleranza, discriminazione e, in alcuni casi, anche di persecuzione».