I 22 schizzi inediti raccontati da Silvie Forestier

Opporsi a un mondo
senza Profezia

«Abraham pleurant Sara» (1931)
02 giugno 2021

Mentre la furia della persecuzione pianificata nei dettagli pianta le sue prime radici e la nube dell’orrore si avvia a cambiare per sempre la Storia, un artista medita, si lacera e cerca conforto nel messaggio del Libro.

È appena uscita la ristampa di Chagall. Viaggio nella Bibbia (Milano, Jaca Book 2021, pagine 240, euro 50, traduzione di Federico Simonti e Ariase Barretta), volume a sei mani — Silvie Forestier, Nathalie Hazan-Brunet e Evgenia Kuzmina — che nel 2014 ( i ° edizione) dava conto del ritrovamento di 22 schizzi inediti dell’artista nato a Lëzna nel 1887. Non precisamente databili (a eccezione di due), gli schizzi sono stati comunque realizzati nei primi anni Trenta, molto probabilmente dopo il viaggio di Chagall in Palestina (febbraio 1931).

La creazione di Eva; Noè riceve l’ordine di costruire l’arca (due versioni), Lascia andare la colomba (due versioni), il suo mantello; Abramo congeda i tre angeli, cammina con Isacco verso il luogo del sacrificio, è pronto a immolare suo figlio (due versioni), piange la morte di Sara; Eliezer e Rebecca; Giacobbe benedetto da Isacco (due versioni), il sogno di Giacobbe, e la lotta con l’angelo; Mosè spezza le tavole della legge; Aronne davanti al candelabro; Samuele unge Saul, David lo placa con i suoi canti; il cantico funebre di David per la morte di Saul e Gionata; Elia sul monte Carmelo. Questi i temi dei 22 schizzi — disegni, prove grafiche, immagini acquerellate, tratti lievi di matita o dai colori fortissimi e terribilmente vibranti — che riflettono, come scrive Forestier, «l’inquietudine di un’epoca e le sorde minacce di un tempo tragico». E che «sembrano furtivamente rimettere al centro dell’attenzione la storia».

Si tratta di studi preparatori che diventano lo specchio iconografico dell’oscuro e drammatico clima politico, esprimendo il sapore profondo e terribile della tragedia imminente. Colpisce realizzare come la fase preparatoria dell’intero progetto biblico di Marc Chagall sia nata proprio negli anni in cui cominciava a prendere forma in Europa la persecuzione ebraica da parte dei nazisti e la minaccia della guerra. Chagall teme per il popolo ebraico in Russia e in Europa, soprattutto perché teme un mondo «senza Profezia» e terribilmente oscurato.

«Anche in questi studi — scrive ancora Forestier — è leggibile una tensione drammatica che il gesto creatore traduce magistralmente. Una sorta di febbrile agitazione li attraversa, come se la preoccupazione dell’artista non fosse quella di concluderli quanto di farli nascere nell’urgenza che solo i lampi della luce attraverso il foglio riescono a mitigare. (…) Dialogo ininterrotto, doloroso, ricco di prove ma anche di speranze di un popolo con il proprio Dio. Alleanza che eternamente si rinnova. È per questo che Chagall si affeziona a questi volti che riflettono l’immagine divina la cui vicinanza è relazione con l’altro. (…) Chagall legge la Bibbia e traduce nel presente ciò che non dice espressamente. La Bibbia è attraversata dal suono della Parola e dall’incandescenza insopportabile di una colonna di fuoco. L’artista rende visibili le sue meraviglie e i suoi miracoli, le sue tragedie e le sue gioie; l’indicibile e l’inconoscibile si manifestano nell’immagine».

Il volume — nato da incontri organizzati da Meret Meyer (nipote del pittore) al Comité Marc Chagall di Parigi — illustra, attraverso la pubblicazione dei 22 studi inediti e delle 40 gouaches bibliche, l’aspetto anticipatorio del monumentale progetto del Messaggio Biblico. Che si concluderà solo dopo la Seconda guerra mondiale e che darà il via al Musée National Marc Chagall di Nizza di cui Forestier sarà direttrice per più di 12 anni.

Un libro importantissimo, dicevamo, questo di Jaca Book: se, infatti, la critica ha sempre considerato le 40 gouaches bibliche come un insieme chiuso, realizzato su commissione dell’editore Vollard per il progetto di illustrazione del libro, la scoperta e la pubblicazione dei 22 studi inediti ha invece rivoluzionato questo approccio tradizionale, restituendo un insieme più complesso e originale.

«Marc Chagall — scrive Nathalie Hazan-Brunet, che dal 1996 è responsabile della sezione di arte contemporanea del Museo ebraico di Parigi — ha trasformato artisticamente la parola, ha interrogato, entrando e scavando nelle lettere e nella spiritualità che la Bibbia racchiude. (…) Desiderava prendere dalla storia del popolo di Dio l’energia necessaria per dar senso a un’epoca che aveva smarrito quasi tutto». Nel gesto della mano di Abramo che si copre gli occhi nella disperazione per la morte di Sara (Abraham pleurant Sara, 1931) c’è veramente il dolore del mondo.

di Silvia Gusmano