Hamas si dice disponibile a un negoziato per lo scambio di prigionieri

Progressi nel dialogo
per una tregua stabile
tra Israele e Gaza

Una bambina scrive sulla lavagna in una scuola gestita dalle Nazioni Unite nella Striscia di Gaza (Afp)
01 giugno 2021

Passi in avanti nel negoziato per raggiungere una tregua stabile tra Israele e Gaza. Hamas, il gruppo palestinese che controlla la Striscia da molti Paesi considerata un’organizzazione terroristica, ha dichiarato ieri di essere disposto a «entrare immediatamente in negoziati con Israele per lo scambio di prigionieri». Ad annunciare la svolta è stato il leader di Hamas a Gaza, Yihia Sinwar, durante la visita nella Striscia del capo dell’intelligence egiziana Abbas Kamel. Il Cairo sta infatti svolgendo un’importante mediazione tra le due parti.

Sinwar ha detto alla stampa locale che l’Egitto ha proposto di ospitare prossimamente al Cairo colloqui fra le varie forze politiche palestinesi, «per riorganizzare la casa palestinese». «Ci apprestiamo ad affrontare conversazioni serie ed approfondite» ha assicurato Sinwar.

Tuttavia Halil al-Haya, un altro dirigente del gruppo, ha fatto presente che sarebbe sbagliato collegare la questione dello scambio dei prigionieri alla ricostruzione della Striscia, distrutta dopo undici giorni di pesanti bombardamenti. «Si tratta di argomenti che vanno tenuti separati» ha insistito al-Haya, respingendo così una delle richieste avanzate ieri dai dirigenti israeliani nei colloqui con Abbas Kamel. Israele intende recuperare i corpi di due militari morti in combattimento a Gaza nel 2014 e ottenere la liberazione di due civili entrati anni fa nella Striscia di propria iniziativa. Come accennato, Kamel Abbas è impegnato nel rafforzamento del cessate il fuoco fra Israele e Hamas. Due giorni fa, a Gerusalemme il capo dell’intelligence egiziana aveva incontrato il premier Benyamin Netanyahu e a Ramallah il presidente palestinese Mahmoud Abbas. Ieri, oltre ad Hamas, Kamel ha incontrato anche i dirigenti degli altri gruppi palestinesi che controllano la Striscia, tra i quali la Jihad islamica. Al centro dei colloqui con Sinwar e gli altri c’è stata anche la questione della ricostruzione, che secondo Il Cairo deve essere coordinata dall’Autorità palestinese. A questa scelta Hamas e altri gruppi si oppongono.

Intanto, sembra sbloccarsi la crisi politica israeliana. Yair Lapid, il leader centrista capo del partito Yesh Atid, ha detto ieri sera che «il nuovo governo sorgerà nel giro di una settimana». È questo il risultato degli intensi negoziati con il leader di Yamina, Naftali Bennett, che due giorni fa aveva annunciato la propria disponibilità a entrare in un governo di unità nazionale nel quale non rientrerà il Likud dell’attuale premier Benjamin Netanyahu.