L’invocazione del Papa a conclusione della “maratona di preghiera” nel mese di maggio

Il Signore protegga
il mondo dalla pandemia

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01 giugno 2021

Nel pomeriggio di lunedì 31 maggio Papa Francesco ha presieduto, nei Giardini Vaticani, la recita del Rosario davanti all’immagine della Vergine Maria “che scioglie i nodi”, a conclusione della maratona di preghiera per invocare la fine della pandemia e la ripresa delle attività sociali e lavorative. Ecco le parole pronunciate dal Pontefice:

Al termine di questa maratona di preghiera per chiedere la fine della pandemia e la piena ripresa della vita pastorale e sociale, mi fa piacere ringraziare in modo particolare il Dicastero per la Nuova Evangelizzazione e i trenta Santuari che nel corso di questo mese si sono alternati nell’animazione della preghiera del Rosario sotto la presidenza dei singoli Vescovi. 

Ho visto tanta partecipazione tra il popolo di Dio, che attraverso i mezzi di comunicazione e l’impegno di tanti Santuari sparsi per il mondo ha raggiunto milioni di persone, che a una sola voce hanno innalzato la loro preghiera alla Santa Madre di Dio.

È grazie alla Diocesi di Augsburg che viene l’immagine della Knotenlöserin (“che scioglie i nodi”), oggi venerata in questo santuario all’aperto in una bella copia realizzata dalla pittrice Ana Maria Berti. 

Continuiamo a chiedere al Signore che protegga il mondo intero dalla pandemia e che a tutti, senza esclusione di sorta, sia data presto la possibilità di mettersi al riparo attraverso il vaccino.

Buonasera, grazie e pregate per me.
 

Sciogliendo i nodi dell’umanità 


In preghiera per sciogliere i tanti nodi dell’umanità. Nel suggestivo scenario dei Giardini Vaticani, Papa Francesco ha presieduto — lunedì pomeriggio, 31 maggio — la recita del Rosario proprio davanti all’immagine della Vergine Maria “che scioglie i nodi”. Concludendo così la “maratona di preghiera” per invocare la fine della pandemia e la ripresa delle attività sociali e lavorative. «Da tutta la Chiesa saliva incessantemente la preghiera a Dio» (Atti degli apostoli 12, 5) è stato il tema dell’iniziativa, nata per desiderio del Papa e organizzata dal Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione.

La “maratona di preghiera” era stata aperta, sabato 1° maggio, da Papa Francesco nella cappella Gregoriana della basilica Vaticana, davanti all’immagine della Madonna del Soccorso. Trenta santuari mariani di tutto il mondo — collegati ieri anche in video con i Giardini Vaticani — a turno hanno guidato la recita del Rosario ogni giorno del mese di maggio, tradizionalmente dedicato a Maria.

Ieri pomeriggio, alle 17.45, la preghiera ha avuto inizio con la processione solenne, attraverso i Giardini Vaticani, del quadro della Vergine Maria “che scioglie i nodi” — copia dell’originale custodito, in Germania, nella chiesa di St. Peter am Perlach — realizzato dall’artista Ana Maria Betta de Berti, che ne ha fatto dono al Santo Padre, in considerazione della sua devozione particolare proprio per questa immagine mariana.

A comporre la processione sono stati — con i rappresentanti dell’Associazione Santi Pietro e Paolo, della Guardia svizzera pontificia e del Corpo della Gendarmeria — i bambini della parrocchia di Santa Maria della Grotticella di Viterbo (la comunità ha messo i locali a disposizione per aprire un centro vaccinale) che hanno ricevuto la prima Comunione, i ragazzi cresimati della parrocchia di San Domenico di Guzmán, un gruppo di scout romani, alcune famiglie e alcune religiose. La processione è stata animata dal coro della diocesi di Roma e dal complesso bandistico di Arcinazzo Romano.

Il Papa ha donato una composizione floreale, collocata davanti all’immagine mariana da due bambini di Viterbo. E ha poi pronunciato questa preghiera: «Nel corso di questo mese di maggio con tanti fedeli ci siamo uniti in preghiera con vari santuari sparsi per il mondo intero e a te dedicati, o Maria nostra Madre Santa. Ti abbiamo chiesto di intercedere per noi presso tuo Figlio Gesù. Ogni giorno, tenendo tra le mani la corona del santo rosario, abbiamo rivolto i nostri occhi a te, Madre di misericordia, supplicandoti perché finisca la pandemia e l’umanità possa riprendere la vita di ogni giorno con maggior sicurezza. Stasera ci raduniamo di fronte a te, nostra Vergine Madre, venerata in questa immagine come Colei che scoglie i nodi. Tanti, infatti, sono i nodi che si stringono attorno alle nostre esistenze e legano le nostre attività. Sono nodi dell’egoismo e dell’indifferenza, nodi economici e sociali, nodi della violenza e della guerra. Con la tua obbedienza hai sciolto il nodo della disobbedienza di Eva; con la tua fede hai sciolto ciò che Eva aveva legato con la sua incredulità. Ti preghiamo, o Madre Santa, scogli i nodi che ci opprimono materialmente e spiritualmente, perché possiamo testimoniare con gioia il tuo Figlio e Signore nostro, Gesù Cristo».

Si sono poi alternati nella preghiera alcuni giovani dell’Azione cattolica, famiglie composte da sposi novelli o in attesa di un bambino. Con loro anche una famiglia di persone sorde, all’interno della quale è nata una vocazione religiosa.

Tutti hanno chiesto — «per intercessione di Maria» — di sciogliere «un nodo». Anzitutto quello «che impedisce di vivere una sincera relazionalità interpersonale», perché «si possa così riprendere con gioia il valore della vita comunitaria, superando ogni forma di individualismo e indifferenza» a tutti i livelli, «dalla famiglia alla scuola, dal mondo del lavoro alla pace tra le nazioni». Il pensiero è andato alle «nuove forme di solitudine e di abbandono che si sono venute a creare in questo tempo, con anziani trascurati e isolati; giovani privi di speranza e voglia di vivere». Si è pregato, poi, per «sciogliere il nodo della disoccupazione e dare vita alla ripresa sociale ed economica». Pensando «alle tante persone che hanno perso il lavoro o che stanno vivendo difficoltà economiche; alle aziende che sono al limite della sopravvivenza e che stanno cercando di difendere i loro dipendenti; alle tante attività e servizi che stanno vivendo un momento di estrema difficoltà per questo periodo».

E poi la preghiera per «sciogliere il nodo della violenza, che troppe volte è vissuta tra le mura di casa, e delle tensioni sociali a seguito dell’ingiustizia e della mancanza di solidarietà». Mettendo fine così «alle tante situazioni di tensione e al diffuso clima di violenza personale e sociale che caratterizza il nostro mondo, dalle famiglie divise e martoriate dalla violenza domestica agli scontri civili e militari, all’odio tra i popoli e le religioni».

Quindi la preghiera per «sciogliere il nodo della malattia e dell’incertezza per restituire la forza della salute e l’impegno solidale per la ricerca scientifica». Perché «siano sanate le piaghe della malattia e del dolore e perché, anche nel campo medico e sanitario, cessi l’egoismo che porta solo interessi economici e la conquista della ricerca scientifica sia patrimonio di tutte le persone, soprattutto i più deboli e poveri».

Infine «sciogliere il nodo che impedisce di riprendere nelle nostre comunità la vita della pastorale quotidiana». Perché «le Chiese locali, le parrocchie, gli oratori, i centri pastorali e di evangelizzazione possano ritrovare entusiasmo e nuovo slancio in tutta la vita pastorale: dalle coppie che si stanno preparando al matrimonio, ai ragazzi del catechismo che desiderano ricevere i sacramenti dell’iniziazione cristiana; dalla piena ripresa della vita sacramentale dei fedeli alla testimonianza di carità nella solidarietà e condivisione con i più poveri. Tutta la Chiesa sia animata dal coraggio per essere sempre “in uscita”, contro la dilagante indifferenza».

Al termine della preghiera del Rosario, dopo il canto della Salve Regina, c’è stata la cerimonia della benedizione delle corone per l’immagine della Madonna. Hanno fatto seguito le litanie lauretane e la preghiera di Francesco: «O Maria, Tu risplendi sempre nel nostro cammino come segno di salvezza e di speranza. Noi ci affidiamo a Te, Salute dei malati, che presso la croce sei stata associata al dolore di Gesù, mantenendo ferma la tua fede. Tu, che sai sciogliere i nodi della nostra esistenza, e conosci i desideri del nostro cuore, vieni in nostro aiuto. Siamo certi che come a Cana di Galilea farai in modo che possa tornare la gioia e la festa nelle nostre case dopo questo momento di prova. Aiutaci, Madre del Divino Amore, a conformarci al volere del Padre e a fare ciò che ci dirà Gesù, che ha preso su di sé le nostre sofferenze e si è caricato dei nostri dolori per condurci, attraverso la croce, alla gioia della risurrezione».

Impartita la benedizione, il Papa ha pronunciato alcune parole di ringraziamento (che pubblichiamo in questa pagina). Accompagnato dal canto Ave Maris Stella , ha salutato i presenti per poi fare rientro a Casa Santa Marta.

Con l’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, erano presenti, tra gli altri, il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio; il cardinale Mauro Gambetti, arciprete della basilica di San Pietro, vicario generale per la Città del Vaticano; l’arcivescovo Fabio Fabene, segretario della Congregazione delle cause dei santi; il vescovo Franz-Peter Tebartz-Van Elst, delegato per la catechesi del dicastero per la nuova evangelizzazione; e il vescovo di Augsburg, monsignor Bertram Johannes Meier.