Con la mediazione dell’Egitto

Diplomazia al lavoro
per consolidare la tregua
tra Israele e Gaza

A Palestinian boy from Zawaraa family walks near their makeshift tent amid the rubble of their ...
31 maggio 2021

Il ministro degli Esteri israeliano, Gaby Ashkenazi, è giunto ieri al Cairo per discutere il consolidamento del cessate il fuoco con la Striscia di Gaza.

Si tratta della prima visita ufficiale nella capitale egiziana di un ministro degli esteri israeliano negli ultimi 13 anni, come ha rilevato Ashkenazi in un post su Twitter. «Durante la visita affronteremo questioni regionali e il rafforzamento delle relazioni bilaterali. Discuteremo anche la costituzione di un cessate il fuoco permanente con Hamas, e un meccanismo per garantire aiuti umanitari e la ricostruzione della Striscia in cui un ruolo centrale venga svolto dalla comunità internazionale». La prima preoccupazione di Israele, ha sottolineato Ashkenazi nelle sue dichiarazioni, riguarda la restituzione da parte di Hamas di due militari israeliani ufficialmente considerati “dispersi in azione” nel 2014 durante l’operazione “Piombo Fuso”. Hamas detiene inoltre a Gaza due civili israeliani entrati anni fa nella Striscia di propria iniziativa.

L’Egitto è il principale mediatore tra Israele e Hamas. Il capo dei servizi segreti generali egiziani, Abbas Kamel, dovrebbe visitare la Striscia di Gaza nei prossimi giorni, secondo quanto scrive il «Jerusalem Post». Fonti palestinesi affermano che l’Egitto sta cercando un accordo di cessate il fuoco a lungo termine che includa anche la ricostruzione della Striscia di Gaza e un accordo di scambio di prigionieri.

Tuttavia, nel momento in cui scriviamo, la situazione al confine tra la Striscia di Gaza e Israele resta tesa. Un palestinese armato di coltello è stato arrestato ieri dalle forze di sicurezza israeliane mentre tentava di entrare in Israele dal sud della Striscia. La notizia è stata confermata da un portavoce dell’esercito citato dalla stampa. Il palestinese era entrato a Hevel Shalom, un’area israeliana nel deserto del Neghev vicina al confine con la Striscia e con l’Egitto, prima di essere neutralizzato dagli agenti di sicurezza locali. Ai residenti di Hevel Shalom è stato chiesto di rimanere nelle loro case per diverse ore, mentre le forze di sicurezza perquisivano l’area per assicurarne la sicurezza.

Intanto, in Israele sembra sciogliersi il nodo della formazione del governo.

Il leader di Yamina, Naftali Bennett, ha annunciato ieri di aver raggiunto un accordo per formare una nuova maggioranza con Yair Lapid, capo del partito Yesh Atid, escludendo così il Likud di Netanyahu. L’accordo — secondo molte fonti — prevede una premiership a rotazione di due anni tra Lapid e Bennett, con avvio di quest’ultimo, mentre Lapid diventerebbe ministro degli esteri. Scaduto il biennio, i ruoli si invertirebbero.