Una sua poesia tradotta da Brodskij

Cassius lo spaccone

 Cassius  lo spaccone   QUO-121
31 maggio 2021

A cinque anni dalla morte


Sul mensile «Kostër» — una rivista per ragazzi che si pubblica a San Pietroburgo dal 1936 — sul numero 47 del luglio 1968 a pagina 45, apparve la traduzione di una poesia del pugile statunitense, che si è distinto nella sua lotta per affermare i diritti dei neri.

Il traduttore di questi versi è Iosif Brodskij, anch’egli interessato ai movimenti di liberazione ed emancipazione, che hanno attraversato nel secolo scorso non solo il continente americano ma anche quello europeo e africano, traducendone le voci più significative e interessanti (Pablo Armando Fernandez, Ángela Figuera Aymerich, Photis Angulis, Sophia Papadake e così via)

Il titolo della poesia è Cassius lo spaccone; ne fornisco la traduzione dalla versione russa di Brodskij. Faccio seguire anche il testo che si accompagna sulla stessa pagina alla poesia. Si tratta di un breve commento — non firmato e che forse può essere riconducibile allo stesso Brodskij — che chiarisce meglio di qualsiasi altra spiegazione il senso del componimento.

«Cassius lo spaccone»


Questa storia non è come le altre,
è la storia di una persona con la pelle bella
a cui non dispiace parlare
dei suoi colpi accecanti e della loro rapidità.
La nostra boxe è morta e gli affaristi hanno pregato
in lacrime che non mollasse del tutto,
che la boxe superasse l'asfissia di tanti anni,
che il nuovo boxeur facesse paura al precedente.
Patterson era noioso, anche se muscoloso.
Non era meglio di lui il coronato Liston.
Ma «rovescerò lui e gli altri re»,
disse Marcellus Cassius Clay.
Davanti a lui nessuno è capace di resistere.
A chi segue il combattimento sembra
che egli si annoi con l’avversario come il gatto col topo.
E dopo ogni luce si spegne.
Tutti gli spettatori sanno presto che nel suo peso
e nel suo secolo egli è il campione.

«Questi versi che esaltano Marcellus Cassius Clay li ha scritti Marcellus Cassius Clay. Si possono definire una sorta di training autogeno. Tutti i moderni specialisti di psicologia sportiva raccomandano agli atleti prima di impegnativi combattimenti di fare una particolare ginnastica di volontà. Per esempio, sdraiarsi sul divano, rilassarsi e cento volte ripetere di sé: “Io sono più forte del mio avversario e lo devo battere necessariamente”. In questo modo anche Cassius esercita la sua volontà sportiva alla vittoria. Solo che egli lo fa pubblicamente. Tutti questi versi elogiativi, le dichiarazioni sfacciate, le risposte sicure di sé ai reporter sono probabilmente l'unico modo dello sportivo per rafforzare la fiducia in se stesso, quando le folle di tifosi si aspettano soltanto la sconfitta “di questo negro”».

di Lucio Coco