L’associazione Nous cerca di ridurre il divario digitale

I ragazzi dei tablet

 I ragazzi dei tablet   QUO-120
29 maggio 2021

Quando il covid sarà passato, ripensando alla parola pandemia, potremo fare memoria anche di tante belle storie di solidarietà. Ciò sarà possibile grazie all’entusiasmo di molte persone che hanno riconosciuto interiormente, in questo particolare momento storico, un desiderio di prossimità umana, ovvero hanno accolto un appello nel proprio cuore a rispondere con fermezza ai bisogni scaturiti da questa situazione straordinaria di emergenza.

È ad esempio la storia di un piccolo gruppo di ragazzi della Capitale, che ben consapevoli di ciò che sta accadendo nel mondo, hanno scelto innanzitutto di starci e di contribuire con i propri mezzi, perché non sia tanto il poter offrire molto, ma piuttosto fare la propria parte con gli strumenti di cui si dispone.

Questi ragazzi hanno scelto di incontrarsi sotto il nome di Nous, un’associazione ispirata dal termine utilizzato nella filosofia greca antica che indica la facoltà di comprendere. Infatti, la loro intenzione è di agire, ma di agire in maniera intelligente per cercare di apportare un contributo efficace, magari per la gestione di problemi che rischiano di rimanere sommersi perché espressione di difficoltà emergenti.

E a fornirci la chiave per cogliere in profondità la volontà di dar voce agli impedimenti meno noti, è proprio il presidente di Nous, Francesco Saverio Quatrano, che racconta le iniziative adottate dall’associazione nell’ultimo anno: «Nei mesi scorsi, su proposta della Protezione civile, abbiamo supportato la distribuzione di pacchi alimentari all’interno del Municipio vi del Comune di Roma e ci siamo contestualmente attivati per agire in piena sicurezza procurandoci dispositivi di protezione individuale e stipulando apposite polizze assicurative, al fine di garantire il nostro supporto alle famiglie che chiedevano aiuto. Questa esperienza di prima assistenza, oltre al dono del calore umano, ci ha consentito di raccogliere informazioni utili a comprendere se, ed eventualmente come, avremmo potuto contribuire ad alleviare ulteriori sofferenze. E in effetti, confrontandoci con i più giovani delle famiglie incontrate, è emersa la difficoltà di molti a poter seguire le lezioni scolastiche da remoto, perché purtroppo non tutti disponevano degli strumenti informatici necessari. Da qui, da questo disagio, nasce la nostra risposta attraverso l’implementazione del progetto “Uniti e Connessi”, il quale mira ad alleviare la povertà educativa, che purtroppo, a causa della pandemia ed alla necessità di nuove forme di condivisione dei contenuti, è aumentata esponenzialmente. Ad oggi, abbiamo avviato una raccolta di pc e tablet dismessi da alcune grandi aziende, per poterli ridistribuire in alcune scuole del territorio. Sono iniziative limitate nell’estensione, ne siamo consapevoli e ci piacerebbe poter fare di più, ma per noi è altrettanto importante poter testimoniare che anche chi possiede mezzi limitati può partecipare attivamente alla trasformazione positiva del mondo. Naturalmente, saremo ben lieti di accettare qualsiasi contributo da chiunque volesse darci una mano, che potrà contattarci tramite il nostro sito web disponibile all’indirizzo www.nousngo.eu».

Nous è un bel racconto di speranza, perché oltre alla generosità dei suoi volontari che prende forma in una viva attenzione al prossimo, offre spunti di riflessione particolarmente interessanti e attuali. In primo luogo, narra una storia di amicizia. L’amicizia tra Franceso, Alessia, Paul, Laura — tutti gioiosi nel voler dare il proprio contributo — e altre persone che hanno scelto di rendere la loro relazione generativa nel servizio, e quindi, in qualche modo, di donarla, di condividerla. Inoltre, conferma che la multiculturalità è preziosa e merita di essere custodita con cura perché può dare molti frutti. Infatti, Nous è tra le altre cose una realtà molto affascinante poiché i suoi componenti provengono da vari Paesi. Una vera ricchezza. Ed infine, omaggia il coraggio dei giusti. Con il loro coraggio, mossi da un nobile sentimento di altruismo, pur essendo in pochi, i volontari di Nous hanno agito facendosi “intermediari solidali”, riuscendo a realizzare un ponte in grado di creare un incontro sincero fra le necessità dei cittadini e le capacità delle grandi aziende, regalando a quest’ultime qualcosa di prezioso: la possibilità di accostare alle dinamiche del guadagno, il gusto dell’esperienza della gratuità.

di Marco Russo