Quel profondo legame
tra il divino poeta
e la Sede di san Pietro

Disputa - Dante
28 maggio 2021

Dal 3 maggio i Musei Vaticani sono nuovamente aperti. Dopo i lockdown, le riaperture e le ulteriori chiusure si riparte nel segno della sicurezza, ma anche con la speranza di uscire dai momenti di incertezza e di inquietudine. Con la fiduciosa attesa di lasciare dietro di noi i tanti problemi che abbiamo vissuto in questo ultimo anno appena trascorso. Riapertura all’insegna della sicurezza (termoscanner e ampi spazi areati e sanificati), del contingentamento dei visitatori (prenotazione on line e controllo dei flussi): ma, soprattutto, dello spirito di condivisione di quei valori di bellezza e armonia che toccano il profondo dell’anima.

Si possono quindi visitare nuovamente le collezioni universali dei Musei del Papa che spaziano dall’arte egizia, all’etrusca a quella greco romana; dalla grande pittura rinascimentale (Cappella Sistina, Stanze di Raffaello, Appartamento Borgia), fino all’arte contemporanea; dalle carrozze e berline papali a quello straordinario insieme di raccolte provenienti da mondi lontani che è il Museo Etnologico Vaticano Anima Mundi: un insieme di testimonianze di tante anime del mondo, frutto di civiltà e culture dei diversi continenti del nostro pianeta. Riapertura, anche, all’insegna del digitale con i tanti lavori di infrastrutture, impianti tecnologici e di manutenzione svolti in quest’ambito (dal Progetto Sicurezza a tanta implementazione del catalogo online delle opere in esposizione, da un sito web rinnovato ed ampliato al lavoro fatto sui social networks).

Nell’anno delle grandi celebrazioni del Sommo poeta Dante Alighieri riapriamo i Musei Vaticani evidenziando, inoltre, quell’omaggio che già in “antico” ma anche nei nostri tempi i pontefici gli hanno voluto tributare. Forte e profondo è sempre stato il legame tra il Poeta e la Sede petrina, fra la sua produzione letteraria e la fede cattolica. Pensiamo soltanto ai due ritratti che Raffaello realizzò per lui agli inizi del Cinquecento nella celeberrima Stanza della Segnatura. Nella sala l’Alighieri compare ben due volte, in entrambi i casi di profilo ed effigiato con il capo cinto di una corona d’alloro: lo si individua sia nel Parnaso, fra Apollo, le Muse, gli artisti ed i poeti, sia nella Disputa del Sacramento fra i padri della Chiesa ed i teologi.

Il 25 marzo di quest’anno Papa Francesco ha dedicato a Dante la Lettera Apostolica Candor Lucis aeternae, esortando a rendere accessibile il patrimonio letterario e umano di Dante al di là delle aule, affinché «non sia semplicemente letto, commentato, studiato». I Musei Vaticani hanno risposto a questa sollecitazione con un progetto didattico virtuale di facile accesso e fruizione sul sito web ufficiale: Dante nei Musei Vaticani — a cura di Adele Breda e con il sostegno dei Patrons of the Arts in the Vatican Museums, Capitolo del Principato di Monaco — che si inserisce nell’ambito delle celebrazioni promosse dal Comitato scientifico-organizzativo istituito per l’occasione dal Pontificio Consiglio della cultura.

Il progetto mira ad evidenziare il filo rosso “dantesco” che corre lungo tutto l’itinerario museale; una sorta di “percorso” permanente attraverso quelle opere e testimonianze visive che rimandano, direttamente o simbolicamente, al poeta fiorentino e al suo capolavoro: la Divina Commedia.

Il lancio web del Percorso Dantesco, che era già in programma per lunedì 3 maggio, alla fine ha coinciso, in maniera inaspettata ma anche significativa, con la riapertura al pubblico dei Musei Vaticani dopo il lungo stop imposto dall’emergenza pandemica.

Ci auguriamo che questo nuovo inizio sotto il segno di Dante sia foriero di ogni bene e possa rappresentare — come auspicato da Papa Francesco — «un invito alla speranza, quella speranza di cui Dante è profeta».

di Barbara Jatta