Per stipare in un unico bagaglio esperienze
«Siamo confortati dal clima di aspettativa che avvertiamo attorno alla nostra scelta, pur consapevoli della responsabilità e dell’ampiezza di un compito per il quale coinvolgeremo altri interlocutori»: con queste parole Vittorio Possenti, tra i massimi esponenti della filosofia contemporanea, ha accompagnato la presentazione dell’associazione Persona al Centro. Uno spazio di riflessione e proposta, nato spontaneamente, a cui aderiscono intellettuali, accademici, ricercatori, e, soprattutto, amici accomunati dalla convinzione della necessità di fare perno sulla centralità della persona e rilanciare la figura dell’essere umano in quanto “prospettiva delle prospettive”, ognuno condividendo il proprio bagaglio teorico, di esperienze e competenze. Le motivazioni che fanno da sfondo a questa formazione si contestualizzano nell’attuale cornice culturale, da cui emerge l’esigenza, più o meno esplicita, di reinterpretare in maniera nuova la dimensione dell’individuo, nei contesti personali e sociali. Libertà personale e giustizia sociale, pilastri della Costituzione repubblicana, sono gli ideali di riferimento che qualificano l’associazione, non solo, ma anche, come organo di formazione etico-politica e valoriale. «Si tratta di un ambiente che ospita una pluralità di modi di intendere la persona, mantenendosi estraneo a ideologie o dottrine partitiche» spiega Possenti, rivendicando una funzione costruttiva, tesa ad «evitare una decostruzione dell’idea stessa di individuo, riconducendolo all’impersonale, nella cui logica si consuma la dissoluzione dell’essere umano». Alle sfide del nostro presente umano e culturale — crisi dell’etica e della democrazia, potenza pervasiva della tecnica, primato dell’homo oeconomicus, squilibrio eco-sistemico, disparità di genere, trans e post-umanesimo — l’associazione risponde attraverso il linguaggio della filosofia, del dialogo, della proposta e del confronto, raccogliendo i segnali socio-culturali dello scenario globale e tentando di scioglierne i nodi più pressanti. «Con la formula di persona come “prospettiva delle prospettive” intendiamo ribadire il rispetto e la promozione del singolo individuo nell’insieme delle sue sfaccettature e bisogni, in particolare di fronte ad una molteplicità di voci che esigono una adeguata considerazione del concetto di dignità umana: questo per evitare che il suo significato sia svuotato, fino ad appiattirlo ad un naturalismo riduttivo» sottolinea il filosofo. Proprio nell’essenza costitutiva, sostanziale e relazionale, della persona, del resto, prende corpo la cultura filosofica, teologica, giuridica e pedagogica occidentale: un humus che, da molti anni in ambito europeo e mondiale, merita un approfondimento, anche perché la persona è da sempre esposta a molteplici insidie, tese a minarla. All’interno della formazione si ritrovano gruppi di lavoro su singoli nuclei, improntati al metodo “laico” della ricerca razionale dialogica: un criterio che non fissa un contenuto a priori, ma un’istanza metodologica di rispetto della realtà nelle sue varie dimensioni. Riflettendo sul ruolo della donna nel
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