Il giornale dell’Opera dei Congressi sarà consultabile online

Un (altro) «Avvenire»
in digitale

 Un (altro) «Avvenire» in digitale  QUO-118
27 maggio 2021

Era il 1896 quando il marchese Filippo Crispolti (1857-1942), già redattore capo de «L’Osservatore Romano» dal 1890 al 1895, veniva chiamato a dirigere un nuovo quotidiano, «L’Avvenire», in seguito ribattezzato «Avvenire d’Italia», da non confondersi con l’attuale testata omonima. La nuova iniziativa editoriale nasceva nelle ex legazioni di Romagna, all’interno del vasto e complesso movimento cattolico che trovava espressione nell’Opera dei Congressi. I due promotori furono il bolognese Giovanni Acquaderni (1839-1922) e il ferrarese Giovanni Grosoli Pironi (1859-1937), con il sostegno dell’arcivescovo di Bologna, il cardinale Domenico Svampa, e di quello di Ferrara, il cardinale Egidio Mauri. Il modello indiscusso a cui ispirarsi era «L’Eco di Bergamo», diretto da Medolago Albani, il quale fu convinto e operoso sostenitore dell’iniziativa romagnola. Il primo novembre 1896 poté vedere la luce il primo numero.

Quella di Crispolti fu una direzione di prestigio e valse a dare consistenza alla linea del giornale, che corrispose pienamente alle esigenze di rinnovamento della direzione dell’Opera dei Congressi espresse da Grosoli e da Acquaderni. Tuttavia, solo nel 1902 con il passaggio di timone da Crispolti a Rocca d’Adria (pseudonimo di Cesare Algranati), e il cambiamento significativo della testata da «Avvenire» in «Avvenire d’Italia», il giornale trovò una maggiore unità di indirizzo e una risonanza di respiro nazionale, diventando la principale testata cattolica pubblicata in Italia, con numerose cronache locali, fino al 1968, anno della chiusura definitiva.

L’Archivio arcivescovile di Bologna, che ha ereditato l’Archivio d’impresa del quotidiano, insieme con l’intera collezione, si è fatto promotore — grazie a un finanziamento della Cei, fondi 8x1000 — della dematerializzazione dell’intero giornale, con due intenti principali: quello conservativo, in considerazione dell’estrema deperibilità della carta destinata ai quotidiani, e quello divulgativo, rendendo disponibile sul portale dell’Archivio i singoli quotidiani, in formato pdf, comprensivi delle cronache locali, laddove presenti. Gli studiosi di storia contemporanea possono ora accedere con facilità a questa importante testata, che costituisce un patrimonio comune della Chiesa italiana. Il link di accesso è avvenireitalia.archivio-arcivescovile-bo.it

di Riccardo Pane
Direttore dell’Archivio generale arcivescovile di Bologna