Il Dicastero per il dialogo interreligioso in occasione della festa di Vesakh

Buddisti e cristiani insieme per promuovere la cultura della cura e della solidarietà

 Buddisti e cristiani insieme per promuovere  la cultura  della cura e della solidarietà   QUO-117
26 maggio 2021

«Buddisti e cristiani: Promuoviamo la cultura della cura e della solidarietà». È questo il tema per il 2021 dell’annuale messaggio che il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso ha inviato oggi, mercoledì 26, ai buddisti per la festa di Vesakh, durante la quale si commemorano i principali avvenimenti della vita di Buddha. La festa del Vesakh/Hanamatsuri, nei vari Paesi di cultura buddista, è celebrata in date diverse, secondo le differenti tradizioni. Quest’anno ricorre nella maggior parte di essi proprio oggi. Pubblichiamo di seguito una traduzione dall’inglese del messaggio, firmato dal cardinale presidente Miguel Ángel Ayuso Guixot e dal segretario monsignor Indunil Janakaratne Kodithuwakku Kankanamalage.

Cari amici buddisti,

1. Per conto del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, vi scrivo in occasione della celebrazione della festa di Vesakh per porgervi i miei sentiti auguri. Prego che la festa annuale della nascita, illuminazione e trapasso di Gautama Buddha arrechi gioia, serenità e speranza ai cuori dei buddisti in tutto il mondo.

2. La tragica situazione mondiale, segnata dalla pandemia da covid-19, sollecita i seguaci di tutte le religioni a collaborare in modi nuovi al servizio della comune umanità. Nell’enciclica Fratelli tutti, firmata ad Assisi il 3 ottobre 2020, Papa Francesco ha ribadito l’urgenza di una solidarietà universale che consenta all’umanità di superare insieme le difficili crisi da cui è minacciata, perché «nessuno si può salvare da solo» (Papa Francesco, Fratelli tutti, 32).

3. I messaggi augurali per il Vesakh, dei quali abbiamo celebrato lo scorso anno il 25° anniversario, hanno messo in luce molti dei valori che condividiamo e la sapienza che sorregge la collaborazione che auspichiamo, specialmente in tempi difficili come questi. La sofferenza generata dalla pandemia da covid-19 ci ha resi consapevoli della vulnerabilità e dell’interdipendenza che condividiamo. Siamo chiamati a scoprire e praticare la solidarietà racchiusa nelle nostre rispettive tradizioni religiose. Come dice Papa Francesco, «in racconti così antichi, ricchi di profondo simbolismo, era già contenuta una convinzione oggi sentita: che tutto è in relazione, e che la cura autentica della nostra stessa vita e delle nostre relazioni con la natura è inseparabile dalla fraternità, dalla giustizia e dalla fedeltà nei confronti degli altri» (Papa Francesco, Messaggio per la Giornata mondiale della pace, 1 gennaio 2021).

4. L’insegnamento buddista sui Brahmavihara (le quattro dimore o virtù celesti) ci offre un messaggio sempre valido di solidarietà e cura attiva. Parlando di mettā (gentilezza d’amore), esorta i seguaci a coltivare l’amore sconfinato verso tutti. «Come una madre protegge il figlio anche a costo della vita, così si coltivi una gentilezza d’amore incommensurabile verso tutti gli esseri viventi» (Mettā Sutta). Seguendo l’insegnamento del Buddha, i medici sono ugualmente incoraggiati ad «affrettarsi nel compiere le opere buone, astenendosi dal male, perché chi è lento nel fare il bene tende a compiacersi nel fare il male» (Dhammapada, 116).

5. La drammatica situazione della pandemia da covid-19 rafforzi i nostri legami di amicizia e ci unisca ancor più nel servizio alla famiglia umana, adottando «la cultura del dialogo come via, la collaborazione comune come condotta, la conoscenza reciproca come metodo e criterio» (Papa Francesco, Fratelli tutti, 285).

6. Cari amici buddisti, questi sono i pensieri che mi piace condividere con voi quest’anno, guardando al futuro con speranza e serenità. Buona festa!