«Praedicator gratiae»

La Famiglia domenicana è profondamente grata al Santo Padre, Papa Francesco, per il dono dell’ispirata lettera Praedicator gratiae, con la quale si rivolge, nel plauso e nell’incoraggiamento, all’Ordine in occasione dell’ottavo centenario del dies natalis di san Domenico di Caleruega (6 agosto 1221). Il bellissimo incipit della lettera rievoca lo storico evento della conferma da parte di Onorio
Ringraziamo il Santo Padre per essere Pietro per noi, perché continui a rafforzarci nella fede (Lc 22, 32) e lo ringraziamo per aver rivolto il suo pensiero e il suo saluto alla famiglia di Domenico. Ricordiamo come Domenico di Caleruega e Francesco d’Assisi hanno costituito la santa fraternità e l’amicizia a fondamento dell’evangelizzazione nel loro tempo.
Mentre lo ringraziamo per la sua paterna sollecitudine e vicinanza fraterna all’ordine, desideriamo manifestargli il nostro affetto in occasione del
Esprimendo il suo «orante saluto... a tutti i membri di quella grande famiglia, che abbraccia la vita contemplativa e le opere apostoliche delle sue suore e dei suoi religiosi, delle sue fraternità sacerdotali e laiche, dei suoi istituti secolari e dei suoi movimenti giovanili», il Santo Padre riconosce che la famiglia dei predicatori comprende praticamente tutti gli stati di vita della Chiesa. Di conseguenza, gli scritti dei letterati, dei poeti e dei mistici, così come le opere d’arte, le opere di carità e di misericordia dei membri dei diversi rami della famiglia sono riconosciuti come forme o “generi” di predicazione. Significativamente, a tutti i membri della famiglia domenicana, le cui profetiche voci molto spesso sono state messe a tacere dal martirio, viene come riconosciuta una modalità di predicazione straordinariamente eloquente.
«Parlando con Dio o con Dio», san Domenico dava vita a una originale e splendida sinergia tra contemplazione e azione, esemplificata nella bifrontale identità del discepolo-missionario, chiamato prima a seguire e poi inviato a predicare la via del Vangelo. Ma, è interessante notare come il Santo Padre inverta, invece, il rapporto tra i due termini, preferendo parlare di missionario/discepolo. Forse, Papa Francesco ci sta invitando a riflettere che il Dio che ci manda in missione è lo stesso Dio che è presente ovunque e che ci invita costantemente a seguirlo come discepoli.
di Gerard Francisco Timoner, op
Maestro generale dell’Ordine dei predicatori