PER LA CURA DELLA CASA COMUNE
Intervista a padre Kureethadam, del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale

Dieci anni
prima che sia troppo tardi

  Dieci anni prima che sia troppo tardi  QUO-115
24 maggio 2021

Il 15 maggio scorso ricorreva il 130° anniversario della Rerum novarum, la storica enciclica con la quale Leone xiii affrontava la questione socio-economica più cogente del suo tempo — il lavoro — dando vita alla moderna Dottrina sociale della Chiesa. È stato quindi toccante che all'indomani di questa ricorrenza il Vaticano abbia avviato un'intensa riflessione su un'altra pietra miliare del suo magistero sociale con la Settimana Laudato si’ (16-24 maggio). Ne abbiamo parlato con padre Joshtrom Isaac Kureethadam sdb , coordinatore del settore Ecologia e Creato presso il Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale, organizzatore dell'iniziativa.

Padre Josh, la «Laudato si’» continua a suscitare un appassionato dibattito sul tema dell'ecologia integrale, divenuto ormai prioritario nell'opinione pubblica mondiale…

Per molti aspetti questo splendido dono fatto da Papa Francesco all'umanità, può essere paragonato proprio alla Rerum novarum. La prima grande somiglianza si trova nella capacità che i due documenti hanno avuto di centrare le sfide del proprio tempo. Nel 1891 Leone xiii ha affrontato quel conflitto tra capitale e lavoro che avrebbe poi condizionato ben oltre un secolo di storia. Come lui Papa Francesco ha saputo leggere i tempi e trovare la forza per portare all'attenzione del mondo la crisi climatica, fino ad allora marginalizzato nella nicchia dell'ambientalismo. Ma l'elemento che rende più simili queste due encicliche è senza dubbio la capacità che hanno avuto di restituire alle crisi in atto i loro più autentici significati. Leone xiii ha mostrato quanto il lavoro, lungi dal poter essere identificato nel suo rapporto con il capitale, offra all'uomo il privilegio di cooperare con Dio alla Sua creazione. Similmente l'Ecologia integrale di Papa Francesco ci ha mostrato l'indissolubile legame che unisce le questioni sociali, ambientali ed economiche in un'unica grande questione umana:“… Un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente, per ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri” (Laudato si’ 49). L’impatto di questo approccio è stato dirompente non solo nella Chiesa ma nel mondo intero. Basta pensare al ruolo giocato dalla Laudato si’ nell'Accordo sul clima di Parigi, pubblicamente riconosciuto come decisivo da protagonisti assoluti come Ban Ki-moon, Barack Obama o l'economista Nicholas Stern.

L’anno speciale sull’enciclica di Francesco si conclude così come era iniziato: una settimana di riflessioni ampie capaci di coinvolgere alcuni dei più autorevoli protagonisti della conversione ecologica mondiale…

Il principale obiettivo di questi incontri era comprendere meglio l'impatto della Laudato si’. Credo che la partecipazione di oltre 150 organizzazioni internazionali sia un indicatore importante di questo impatto e segni il successo dell'iniziativa. Il Papa ha aperto i lavori invitando la Chiesa a partecipare con gioia, ricordando il cuore del suo messaggio: imparare ad ascoltare il grido della terra e il grido dei poveri. Nel primo tavolo di lavoro abbiamo parlato dei prossimi appuntamenti Onu: la Cop15 sulla Biodiversità e la Cop26 sul Cambiamento climatico. È stata qui davvero toccante la testimonianza di Gregorio Mirabal, indigeno dell'Amazzonia, con il suo struggente richiamo all'importanza dei più fragili ecosistemi terrestri, distrutti i quali non ci potrà più essere vita sulla Terra. L'incontro economico si è concentrato invece sul disinvestimento dai combustibili fossili. Incredibile ricevere proprio in quelle ore il rapporto dell'agenzia internazionale per l'energia — da sempre prudente su gas e petrolio — che per la prima volta ha invitato gli operatori economici a non investire più su queste fonti energetiche (18 maggio Iea ). Un'altra scoperta è stata lo straordinario impegno delle Congregazioni religiose, autentico motore del cambiamento. Da ogni parte del mondo sono giunte testimonianze della loro risposta concreta ai bisogni più urgenti dell'uomo e del pianeta. Una novità assoluta di questa settimana è stato poi il mandato missionario rimesso dal cardinale Tagle agli Animatori locali Laudato si’. Il ciclo di incontri si è infine concluso con l'intervento del nostro Prefetto, il Cardinale Turkson, sul sempre più delicato e annoso problema dell'accesso all'acqua.

La Chiesa ha manifestato di voler passare dalle parole ai fatti. Il cammino della «Laudato si’» sembra entrare oggi in una fase completamente nuova…

Già da qualche anno lavoriamo ad una piattaforma capace di accompagnare questo cammino. Siamo partiti innanzitutto dall'urgenza che spinge la Chiesa ad una grande trasformazione. Nel 2018 il più importante panel scientifico sui cambiamenti climatici — l 'Ipcc delle Nazioni Unite — ci ha fatto capire chiaramente che abbiamo tempo solo fino al 2030 per contenere il riscaldamento globale entro i limiti fissati a Parigi. Come i giovani ci ricordano continuamente, stiamo vivendo l'ultimo decennio utile per porre rimedio al disastro climatico che abbiamo generato. Il Papa ha fatto tanto per mobilitare il mondo su questa emergenza, ma oggi è di fondamentale importanza che a rispondere alla crisi sia la Chiesa intera. Mobilitare una realtà così complessa però non è semplice. Per prima cosa abbiamo definito i sette gruppi ai quali ci rivolgeremo: famiglie, diocesi e parrocchie, scuole, università, organizzazioni mediche, organizzazioni economiche, ordini religiosi. Poi abbiamo articolato per loro sette obiettivi principali in sintonia con quelli dell'Agenda Onu ( Sdg s): rispondere al grido della Terra (energia, biodiversità, accesso all’acqua…); rispondere al grido dei poveri; sposare nuovi modelli di economia (circolare, rinnovabile, solidale,…); adottare stili di vita semplici; educare i giovani all'ecologia integrale; coltivare la spiritualità ecologica per riscoprire il valore profondo del Creato; curare le comunità promuovendo la partecipazione.

Come potranno partecipare i vari gruppi?

Abbiamo istituito un Comitato direttivo composto da organizzazioni internazionali specializzate sui diversi temi. Queste accompagneranno l'azione dei gruppi locali e tematici lungo un ciclo di sette anni — uno di preparazione, cinque di azione e l'ultimo di ringraziamento a Dio. Le diverse realtà potranno segnalare il proprio interesse sulla piattaforma web per poter essere contattate dal Comitato con il quale definire le migliori azioni possibili. Questo ciclo di sette anni si avvicenderà poi con un nuovo ciclo settennale l'anno successivo, e così via, con l'obiettivo di creare un moltiplicatore esponenziale di partecipazione dal basso. Puntiamo a raggiungere così quella massa critica del 3,5% che gli studiosi ci indicano come necessaria e sufficiente ad innescare un effetto domino. Ci conforta pensare che l'impegno della Chiesa si affianca a quello straordinario delle altre religioni, delle Nazioni Unite e di tante organizzazioni civili. Da oggi fino al 4 ottobre — festa di San Francesco — la piattaforma sarà aperta alle candidature. Una volta conclusa questa prima fase lavoreremo tutti insieme ad azioni di grande impatto, anche con l'obiettivo di avvicinare il nord e il sud del mondo, per restituire ai nostri giovani un pianeta più sano e più giusto.

di Pierluigi Sassi