Videomessaggio ai partecipanti all’iniziativa «Pilgrims with Ignatius»

Come “cartelli stradali” che indicano il cammino di Dio

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24 maggio 2021

«Vi benedico di cuore, perché questo Anno ignaziano sia realmente un’ispirazione per andare per il mondo, aiutare le anime, vedendo tutte le cose nuove in Cristo». Con un tweet sull’account @Pontifex, in cui ha rilanciato l’hashtag #Ignatius500, il Papa ha sintetizzato il senso del videomessaggio inviato domenica 23 maggio ai partecipanti alla preghiera internazionale «Pilgrims with Ignatius» nell’ambito delle celebrazioni giubilari apertesi giovedì 20, nel quinto centenario del ferimento a Pamplona del fondatore della Compagnia di Gesù, considerato l’avvenimento che ne ha fatto maturare la vocazione. Esse si concluderanno il 31 luglio 2022 e avranno il loro momento centrale il 12 marzo prossimo a quattro secoli dalla canonizzazione di Ignazio di Loyola, proclamato santo insieme con Francesco Saverio, Teresa di Gesù, Isidoro Labrador e Filippo Neri. Pubblichiamo una nostra traduzione dallo spagnolo del testo pronunciato dal Pontefice.

Cari amici,

sono lieto di unirmi a voi in questa preghiera per l’Anno Ignaziano, la celebrazione della conversione di sant’Ignazio. Spero che tutti quelli che s’ispirano a Ignazio, alla spiritualità ignaziana, possano vivere realmente questo anno come un’esperienza di conversione.

A Pamplona, 500 anni fa, tutti i sogni mondani di Ignazio andarono in frantumi in un istante. La palla di cannone che lo ferì cambiò il corso della sua vita, e il corso del mondo. Le cose apparentemente piccole possono essere importanti. Quella palla di cannone significò anche che Ignazio fallì nei sogni che egli aveva per la sua vita. Ma Dio aveva un sogno più grande per lui. Il sogno di Dio per Ignazio non s’incentrava su Ignazio. Si trattava di aiutare le anime. Era un sogno di redenzione, un sogno di uscita nel mondo intero, accompagnato da Gesù, umile e povero.

La conversione è una questione quotidiana. Raramente è una volta per tutte. La conversione di Ignazio cominciò a Pamplona, ma non terminò lì. Si convertì durante tutta la sua vita, giorno dopo giorno. E questo significa che per tutta la sua vita mise Cristo al centro. E lo fece attraverso il discernimento. Il discernimento non consiste nel riuscire sempre fin dall’inizio, bensì nel navigare e nell’avere una bussola per poter intraprendere il cammino che ha molte curve e tornanti, ma lasciandosi guidare sempre dallo Spirito Santo, che ci conduce all’incontro con il Signore.

In questo pellegrinaggio sulla terra incontriamo altri, come fece Ignazio nella sua vita. Questi altri sono segnali che ci aiutano a mantenere la rotta e che c’invitano a convertirci ogni volta di nuovo. Sono fratelli, sono situazioni, e Dio ci parla anche attraverso di loro. Ascoltiamo gli altri. Leggiamo le situazioni. Siamo cartelli stradali per gli altri, anche noi, mostrando il cammino di Dio. La conversione si fa sempre in dialogo, in dialogo con Dio, in dialogo con gli altri, in dialogo con il mondo.

Prego affinché tutti coloro che s’ispirano alla spiritualità ignaziana possano fare questo viaggio insieme come una famiglia ignaziana. E prego affinché molti altri giungano a scoprire la ricchezza di questa spiritualità che Dio diede a Ignazio.

Vi benedico di cuore, perché questo anno sia realmente un’ispirazione per andare per il mondo, aiutare le anime, vedendo tutte le cose nuove in Cristo. E anche un’ispirazione per lasciarci aiutare. Nessuno si salva da solo: o ci salviamo in comunità o non ci salviamo. Nessuno indica all’altro il cammino. Solo Gesù ci ha indicato il cammino. Noi ci aiutiamo a trovare e a seguire questo cammino reciprocamente.

E ci benedica Dio Onnipotente, nel Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Amen.