Dagli «Inni sacri» di Alessandro Manzoni

Pentecoste

 Pentecoste  QUO-114
22 maggio 2021

Pubblichiamo uno stralcio da «La Pentecoste» di Alessandro Manzoni (tratto da «Inni sacri», a cura di Franco Gavazzeni, Fondazione Pietro Bembo/Ugo Guanda Editore, 2013), un poesia avviata, sospesa, rielaborata a più riprese dal suo autore. È interessante notare come il metro rifletta i modelli strofici dell’innografia cristiana del «Veni Creator Spiritus», del «Vexilla Regis prodeunt» e di «O salutaris hostia», nel segno di una continuità non solo tematica, ma anche formale. Il Vangelo di san Giovanni guida Manzoni nel descrivere il valore mistico dell’avvenimento, un intervento diretto dello Spirito rinnovatore contemporaneo a ogni epoca della storia umana.

O Spirto! supplichevoli
A’ tuoi solenni altari;
Soli per selve inospite;
Vaghi in deserti mari;
Dall’Ande algenti al Libano,
D’Erina all’irta Haiti,
Sparsi per tutti i liti,
Uni per Te di cor,
Noi T’imploriam! Placabile
Spirto, discendi ancora,
A’ tuoi cultor propizio,
Propizio a chi T’ignora;
Scendi e ricrea; rianima
I cor nel dubbio estinti;
E sia divina ai vinti
Mercede il vincitor.
Discendi Amor; negli animi
L’ire superbe attuta:
Dona i pensier che il memore
Ultimo dì non muta;
I doni tuoi benefica
Nutra la tua virtude;
Siccome il sol che schiude
Dal pigro germe il fior;
Che lento poi sull’umili
Erbe morrà non colto,
Né sorgerà coi fulgidi
Color del lembo sciolto,
Se fuso a lui nell’etere
Non tornerà quel mite
Lume, dator di vite,
E infaticato altor.
Noi T’imploriam! Ne’ languidi
Pensier dell’infelice
Scendi piacevol alito,
Aura consolatrice:
Scendi bufera ai tumidi
Pensier del violento:
Vi spira uno sgomento
Che insegni la pietà.
Per Te sollevi il povero
Al ciel, ch’è suo, le ciglia,
Volga i lamenti in giubilo,
Pensando a Cui somiglia:
Cui fu donato in copia,
Doni con volto amico,
Con quel tacer pudico,
Che accetto il don ti fa.