Il tema della convivenza tra gruppi diversi in «La tua casa pagherà» di Steph Cha

Né vincitori né vinti

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22 maggio 2021

In una Los Angeles lacerata da violente rivolte da parte della comunità afroamericana contro la polizia dal grilletto facile, nel romanzo La tua casa pagherà di Steph Cha (Modena, 21 lettere, 2021, pagine 413, euro 18, traduzione di Andrea Russo), in un giorno di marzo del 1991 si vengono a incrociare i destini di due persone: Shawn, un ragazzino di colore che è in giro per la città con la sorella adolescente Ava, e una donna coreana che gestisce insieme al marito un bar.

Shawn e Ava sono orfani, vivono con una zia, Sheila, donna religiosissima, pragmatica, protettiva, tesa soprattutto ad evitare che i figli e i nipoti non si mischino con le gang di ribelli e contestatori che seminano nella città saccheggi e incendi. L’aria che tira sembrerebbe carica di tensione e di rabbia solo tra la comunità dei neri e la polizia o i suprematisti bianchi, invece la paura, il guardare sempre l’altro con diffidenza, sospetto e timore, crea un corto circuito per cui la titolare del bar, insospettita da Ava che è entrata per comprare una bottiglia di latte, immaginandola una ladruncola, le spara e la ragazza muore sul colpo.

Sono passati molti anni, siamo nel 2019, la spirale di odio e violenza non si è mai placata, soprattutto nei quartieri più modesti, abitati da afroamericani, asiatici e latini.

Shawn è diventato un uomo, la signora Park, processata e assolta, ha cambiato nome e abitazione, l’accaduto di tanti anni prima sembrerebbe lontano ma non è così perché, in ogni caso, ha modificato pesantemente le loro vite, i loro contesti familiari, il loro modo di stare al mondo, la loro anima. Ritroviamo i protagonisti di allora e anche chi allora non era nato, come Grace, la giovane figlia della signora Park, tenuta volutamente all’oscuro dei fatti accaduti nel passato e del processo subito dalla madre. Penetriamo nelle loro case, tra le pareti domestiche dove covano il non detto, la vergogna, la rabbia antica e repressa. C’è chi, come Sheila, ha scelto di tenere alta la protesta civile in modi non violenti, capace di immaginare una convivenza possibile tra etnie e comunità diverse.

In capitoli che alternano lo sguardo sulla famiglia di Shawn e su quella dei Park, Steph Cha incalza il lettore in un crescendo teso a mostrare i grovigli emotivi e psicologici che pesano ancora, a distanza di anni, su tutti i protagonisti. All’autrice importa indagare i silenzi, la sofferenza murata, quella impossibile da rimuovere ma anche difficilissima da esternare.

Con dialoghi serrati, una scrittura rapida ed essenziale, nessun cedimento a sentimentalismi o semplificazioni Steph Cha mostra un nodo troppo ingarbugliato perché si possano in modo manicheo dividere i “buoni” dai “cattivi”. Non ci sono vinti e vincitori nel libro di Cha, perché davvero in ognuno c’è la vittima e il carnefice. Si tratterebbe solo di trovare la forza di scegliere, e voler stare di più da una parte.

Ispirato a eventi del passato reali e notissimi, La tua casa pagherà è oggi di forte attualità, dopo l’assassinio di George Floyd e le potenti reazioni del movimento Black Lives Matter.

di Giulia Alberico