La diplomazia al lavoro

Speranze di una tregua
in Israele

Il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas (a destra), e il ministro degli Esteri israeliano, Gabi Ashkenazi (a sinistra), durante gli incontri di oggi (Afp)
20 maggio 2021

Resta molto alta la tensione tra la Striscia di Gaza e Israele, ma la diplomazia è al lavoro per fare tacere le armi.

Un cessate il fuoco tra Israele e Hamas potrebbe entrare in vigore già da venerdì. Lo scrive il quotidiano statunitense «The Wall Street Journal», citando fonti vicine ai negoziati, secondo le quali i mediatori egiziani avrebbero compiuto «progressi nei colloqui con i leader di Hamas».

Israele, scrive ancora il giornale, avrebbe «ammesso» di essere vicino al raggiungimento dei suoi obiettivi militari.

Oltre all’Egitto, anche il Qatar e gli Stati Uniti stanno lavorando e facendo pressione per un cessate il fuoco. Le uniche incognite sono rappresentate dai tempi dell’accordo e dalla Jihad islamica palestinese.

Secondo un funzionario statunitense, citato sempre dal «The Wall Street Journal», si ritiene, infatti, che il gruppo potrebbe continuare a sferrare attacchi contro Israele anche dopo l’eventuale accordo per il cessate il fuoco. Al momento la Casa Bianca non ha rilasciato commenti.

In Israele la paura di rimanere uccisi sotto una bomba di Hamas non accenna a diminuire e, a Gaza, il danneggiamento di strutture che erogano servizi di base, come ospedali, strade, impianti di desalinizzazione e scuole, la mancanza di medicine e di carburante, e di energia sta ponendo a serio rischio l’intera popolazione.

La comunità umanitaria chiede di istituire un corridoio umanitario per fornire un sostegno immediato alla popolazione di Gaza, con l’obiettivo di scongiurare un ulteriore peggioramento della situazione.

Inoltre, il centro sanitario di Hala Al Shawa è stato completamente distrutto da un attacco aereo e gli ospedali Beit Hanoun e Indonesian, hanno subito danni.

A causa dell’alto numero di feriti, gli ospedali funzionanti stanno diventando sempre più sovraffollati e, contemporaneamente, continuano a trattare i casi di coronavirus.

Oggi ha fatto visita in Israele il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, e sono attesi anche i ministri della Repubblica Ceca e della Slovacchia. Il segretario di Stato statunitense, Antony Blinken, ha parlato con il suo omologo israeliano, Gabi Ashkenazi, chiedendo che «gli Usa si aspettano di vedere una riduzione dell’escalation sulla via del cessate il fuoco», come ha detto in un tweet. Lo stesso appello era venuto ieri nella telefonata tra il Presidente Biden e il primo ministro Netanyahu.


Un gesto di umanità in Israele


Una donna araba cristiana, Randa Aweis, 58 anni, potrà vivere grazie al trapianto di un rene di  Yigal Yohoshua, un ebreo di 56 anni linciato la settimana scorsa da facinorosi arabi durante tumulti nella città di Lod (Tel Aviv). Un gesto di grande umanità che ha destato profonda emozione in tutta Israele.

Il trapianto è avvenuto nell’ospedale dell’Università Hadassah, a Ein Kerem.

Dopo l’operazione,  la signora Aweis (in attesa di un rene da 9 anni) ha voluto ringraziare i familiari di Yigal Yohoshua, che hanno voluto donare gli organi del loro caro, rispondendo con tanta generosità alla violenza.  «Per me, adesso, è come se fossimo un’unica famiglia», ha dichiarato Randa.

La figlia, Fayruz, ha aggiunto di essere felice e triste al tempo stesso: «Non posso capacitarmi che la ripresa di mia madre sia legata all’assassinio di uomo».

Dopo i gravi disordini fra ebrei ed arabi in una città a popolazione mista come Lod, i soldati in licenza hanno avuto ordine di sostituire la divisa con abiti borghesi, per non correre il rischio — secondo fonti di stampa locale  —  di essere oggetto di aggressioni da parte di estremisti arabi.