Per dare continuità all’apertura e alla sensibilità del Concilio

Il 19 maggio ricorre il 30° anniversario del documento Dialogo e Annuncio: Riflessioni e orientamenti sul dialogo interreligioso e l’annuncio del Vangelo di Gesù Cristo (da) pubblicato congiuntamente da due dicasteri della Curia romana, il Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso (pcdi) e la Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli. Il pcdi ha discusso il processo di composizione di da in due assemblee plenarie (1987, 1990). Da notare che da è nato cinque mesi dopo la pubblicazione dell’enciclica Redemptoris missio (Rm) di Papa Giovanni Paolo II. Inoltre, da è stato pubblicato in occasione del 25° anniversario della dichiarazione Nostra aetate (Na) (da 1) con l’intenzione di dare continuità all’apertura e alla sensibilità del concilio verso le altre religioni.
Nella stessa linea,
Struttura del documento
La struttura generale del documento è composta da tre parti principali:
Ragioni per il dialogo e l’annuncio
da
Definizione di evangelizzazione, dialogo e annuncio
Entrambi i documenti,
Fin dall’inizio, Dialogo e Annuncio definisce chiaramente questi termini essenziali: evangelizzazione, dialogo, annuncio, conversione, tradizioni religiose (
Caratteristiche salienti di «Dialogo e Annuncio»
Il messaggio di
Ricordiamo brevemente alcuni punti salienti:
1. Le tradizioni religiose sono viste in positivo: infatti, le si guarda alla luce del Vaticano
2. Fondamento scritturale del dialogo: sin dall’inizio della creazione Dio ha stipulato un’Alleanza con tutti i popoli (Gn 1-11). Questo dimostra che c’è un’unica storia della salvezza per tutta l’umanità che vede il suo compimento finale in Gesù Cristo (cfr.
3. Fondamento patristico del dialogo: troviamo alcuni riferimenti alla dottrina di Giustino dei semi seminati dal Logos divino tra le nazioni, alla visione di Ireneo dell’auto-manifestazione di Dio attraverso il Figlio in tutta la storia, anche prima dell’incarnazione, e alla visione di Clemente Alessandrino dell’alleanza di Dio con la “filosofia” greca come un trampolino di lancio verso quella filosofia che è secondo Cristo (
4. Storia della salvezza: la storia diventa storia della salvezza nella misura in cui, attraverso di essa, Dio si manifesta progressivamente e comunica con l’umanità (
5. Papa Giovanni Paolo
6. Unità della salvezza: dal mistero dell’unità dell’umanità consegue che tutti gli uomini e le donne che sono salvati partecipano, anche se in modo diverso, allo stesso mistero della salvezza in Gesù Cristo attraverso il suo Spirito (cfr.
7. Rispetto ma con discernimento: Le altre tradizioni religiose includono elementi di grazia. Tuttavia, ciò non implica che tutto in esse sia frutto della grazia, perciò è necessario il discernimento (cfr.
8. Dialogo e purificazione: nel processo del dialogo, i cristiani possono anche trovarsi a dover sfidare i seguaci di altre tradizioni religiose, in uno spirito pacifico, riguardo al contenuto del loro credo. Anche i cristiani, però, devono mettersi in discussione, perché «nonostante la pienezza della rivelazione di Dio in Gesù Cristo, il modo in cui i cristiani talvolta comprendono la loro religione e la mettono in pratica può aver bisogno di purificazione» (cfr.
9.
10. Dialogo della salvezza: il fondamento dell’impegno della Chiesa per il dialogo «non è meramente antropologico ma primariamente teologico» (
11. Un dialogo più profondo e sincero: «Lo scopo del dialogo non si limita alla comprensione reciproca e alle relazioni amichevoli; raggiunge un livello molto più profondo, quello dello spirito, dove lo scambio e la condivisione consistono in una mutua testimonianza delle proprie credenze e in una comune esplorazione delle rispettive convinzioni religiose» (
12. Quattro forme di dialogo: il dialogo della vita, dell’azione, delle esperienze teologiche e delle esperienze religiose sono interconnessi. Questo dialogo è importante per lo sviluppo integrale (cfr.
13. Il dialogo richiede un atteggiamento equilibrato nei partner: deve essere aperto e ricettivo, disinteressato e imparziale, deve accettare le differenze e le contraddizioni. Inoltre, implica «la volontà di assumere insieme un impegno per la verità e una disponibilità a lasciarsi trasformare dall’incontro» (cfr.
14. Dialogo sincero e convinzione religiosa: «La sincerità del dialogo interreligioso richiede che ciascuno vi entri con l’integrità della propria fede» (
15. Apertura alla verità e maturità di fede: questo dialogo aiuterà i cristiani a «scoprire con ammirazione tutto ciò che l’azione di Dio attraverso Gesù Cristo nel suo Spirito ha compiuto e continua a compiere nel mondo e nell’intera umanità» e «la presenza attiva del mistero di Gesù Cristo al di là della Chiesa» (cfr.
16. Ostacoli al dialogo: gli ostacoli nascono da una mancata comprensione della vera natura e dello scopo del dialogo interreligioso. Questi devono quindi essere costantemente spiegati (
17. Il dialogo interreligioso e l’annuncio sono interrelati ma non intercambiabili: il dialogo e l’annuncio sono entrambi elementi autentici della missione evangelizzatrice della Chiesa. Pertanto, entrambi sono legittimi e necessari (
18. Un cammino fraterno: «I membri della Chiesa e i seguaci delle altre religioni si ritrovano compagni nel comune cammino che l’umanità è chiamata a percorrere» (
19. Dialogo inter e intra-religioso: attraverso il dialogo interreligioso, la Chiesa incoraggia il dialogo «anche delle stesse tradizioni religiose tra loro» (
Leggere «Dialogo e Annuncio» a trent’anni di distanza
In quest’epoca di globalizzazione, le religioni attraversano molti confini e gli incontri interreligiosi e intrareligiosi continuano a produrre risultati eterogenei. La religione è sempre più in prima linea nel nostro mondo di oggi, anche se a volte in modi contrastanti. Pertanto, la relativizzazione, la radicalizzazione, la politicizzazione e la polarizzazione delle religioni, così come il dialogo e la cooperazione interreligiosa, sono fenomeni sociali attuali. La pandemia del covid-19, insieme al cambiamento climatico, alla fame, alle guerre e ai conflitti, alle migrazioni, al problema dei rifugiati ecc. continua a infliggere ovunque sofferenze a tutti, specialmente ai poveri e agli emarginati. La specifica ermeneutica che Papa Francesco ha applicato a tutto il suo magistero è: «Dobbiamo andare nelle periferie, è quello che fa Dio». Di conseguenza, il Papa indica chiaramente una tabella di marcia per una «solidarietà liberatrice» con tutti. Mette chiaramente in evidenza che la sofferenza umana, specialmente il grido dei poveri, fornisce ai seguaci di credenze diverse e a tutte le persone di buona volontà una piattaforma comune per collaborare al bene comune. «Siano le religioni grembi di vita, che portino la tenerezza misericordiosa di Dio all’umanità ferita e bisognosa; siano porte di speranza, che aiutino a varcare i muri eretti dall’orgoglio e dalla paura» (Papa Francesco, Udienza interreligiosa, 3 novembre 2016).
Papa Francesco sottolinea inoltre: «Questo è il paradigma umano su cui deve basarsi la nostra sequela di Gesù, perché, la proposta che ci fa Gesù è concreta, non è una nozione. È concreta: “Va’ e fa’ lo stesso”, risponde all’uomo che chiedeva: “Chi è il mio prossimo?”». (Ecuador, 7 luglio 2015). Di conseguenza, la salvezza avviene nella storia. Il modello sociale alternativo di Papa Francesco si basa sulla soteriologia della misericordia, una “rivoluzione della tenerezza” che avviene attraverso il dialogo socio-politico interculturale e il dialogo ecumenico e interreligioso. Pertanto, possiamo dire che il “dialogo della misericordia” apre la strada al “dialogo dell’azione” e che il “dialogo dell’azione” conduce al “dialogo della speranza”.
La dichiarazione di Abu Dhabi e l’enciclica Fratelli tutti (
Oltre a queste sfide contemporanee immediate e scottanti, oggi c’è anche bisogno di uno studio teologico critico sui nuovi movimenti religiosi e sulle questioni della doppia/multipla appartenenza religiosa e radicalismo religioso. Sono anche necessari ulteriori studi sul pluralismo religioso, sull’educazione al dialogo, sul ruolo dei laici e dei giovani nel dialogo, missione, annuncio e conversione, ecc.
Infine, il documento Dialogo e Annuncio rimane tuttora una risorsa inestimabile, affascinante e fondamentale per tutti coloro che si occupano di questioni di teologia della missione e di dialogo interreligioso.
di Indunil J. Kodithuwakku K.
Segretario del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso